Operativa la nuova ordinanza per contrastare la Psa

ordinanza psa 2024
Distretti suinicoli con zero cinghiali e abbattimenti anche in notturna

Il 10 maggio 2024 è stata adottata l’Ordinanza del Commissario Straordinario per la peste suina africana n. 2 /2024 Misure di applicazione del “Piano Straordinario di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali (Sus scrofa) e l’aggiornamento delle Azioni Strategiche per l’elaborazione dei Piani di eradicazione nelle zone di restrizione da peste suina africana anni 2023 2028”: controllo ed eradicazione della Peste Suina Africana. I due documenti citati sono parte integrante dell’ordinanza che è immediatamente applicabile ed è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana cinque giorni dopo.

Il provvedimento tiene conto dell’andamento epidemiologico della malattia che continua a diffondersi nel territorio nazionale, assumendo “un andamento discontinuo” con l’insorgenza di “focolai puntiformi”, talvolta a distanze considerevoli, “tali da non trovare giustificazione nella contiguità territoriale”. L’ordinanza mette in campo una serie di interventi rafforzativi delle misure in atto, in buona parte anticipati e promessi dal Commissario Vincenzo Caputo anche in occasione dell’incontro con i suinicoltori del nord Italia organizzato da Confagricoltura ad Alessandria il 23 aprile scorso.

Novità sulle modalità di abbattimento dei cinghiali

21 articoli in cui si ripropone sostanzialmente quanto già in vigore, ma con alcune sostanziali novità.

In particolare, nell’allegato 3, “linee guida per la modulazione delle attività di controllo in zona infetta e in zona di restrizione II”

L’area della Zona di restrizione II è suddivisa in due fasce:

  • A) dal confine esterno non inferiore a 10 km, salvo barriere naturali o artificiali, con possibilità di deroghe da parte delle Regioni per situazioni orografiche particolari, verso il cuore dell’area infetta (area a maggior rischio di diffusione della Psa verso territori indenni) le azioni di controllo faunistico (abbattimenti) devono avvenire attraverso misure che non determinino o almeno riducano al minimo la movimentazione di cinghiali in abbattimento selettivo o abbattimento tramite girata con l’uso massimo di tre cani anche notturno da veicolo e utilizzo di gabbie di cattura per successivo abbattimento;
  • B) nella restante porzione residuale di territorio, se esistente, ossia dal limite non inferiore dei 10 km, salvo barriere naturali o artificiali, con possibilità di deroghe da parte delle Regioni per situazioni orografiche particolari, sino al cuore dell’area infetta (area a rischio di diffusione locale della Psa) le azioni di controllo faunistico (abbattimenti) devono avvenire attraverso le misure più incisive possibili, ma comunque che determinino una scarsa movimentazione di cinghiali, quali ad esempio abbattimento tramite girata e battuta con l’uso massimo di tre cani per cacciatore, abbattimento selettivo anche notturno da veicolo, utilizzo di gabbie di cattura per successivo abbattimento. Nel caso in cui per le caratteristiche geografiche del territorio la Zr II non confini con una Zr I (ad esempio il mar Ligure) le azioni di controllo faunistico devono avvenire con le modalità previste per la fascia B”.

A determinate condizioni, dunque, è prevista, in zona II, la possibilità di abbattimento selettivo anche notturno da veicolo e in zona I l’attività venatoria nei confronti del cinghiale è permessa e deve essere finalizzata all’eliminazione del maggior numero di capi possibile, a differenza della precedente ordinanza, sono consentite senza particolari limitazioni le altre forme di caccia, nonché l’utilizzo di cani da caccia in attività di addestramento.

Il ruolo delle associazioni nazionali di categoria

L’ordinanza dispone l’istituzione (ove non ancora istituiti) dei Gruppi operativi territoriali (Got) costituiti da personale tecnico afferente sia all’autorità competente locale che alle diverse Amministrazioni coinvolte del livello regionale ivi comprese le polizie provinciali e gli Enti Parco. Importante novità è che alle riunioni dei Got sono invitate le rappresentanze delle associazioni nazionali di categoria agricole, agroalimentare del settore suinicolo, delle Aca/ca e delle associazioni venatorie nazionali riconosciute.

Caputo, Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche “Togo Rosati” in sinergia con le Regioni, la Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e le Aziende Sanitarie, ha tenuto a specificare: «Con il piano abbiamo istituzionalizzato ed inquadrato con precisione i Gruppi Operativi Territoriali (Got). Questi gruppi interdisciplinari e intersettoriali formati, a vario titolo e per le proprie competenze, da personale proveniente dagli assessorati alla sanità, all’agricoltura ed ambiente, da agenti della polizia provinciale e dai carabinieri, opereranno in precisi “Distretti suinicoli”.

Nell’ordinanza è prevista la possibilità per produttori e agricoltori di collaborare con i gruppi operativi per il diradamento, con la convinzione che la battaglia contro il virus Psa potrà essere vinta solo se tutti gli stakeholder daranno il proprio contributo».

Elenco nazionale di bioregolatori di cinghiali

Viene creato un elenco nazionale di bioregolatori, che analogamente ai volontari della protezione civile, potranno prestare servizio incaricati dalle autorità competenti locali. L’elenco annovera i soggetti abilitati all’attività venatoria disponibili per attività di contenimento della specie cinghiale sull’intero territorio nazionale a cui possono attingere le Autorità Competenti Locali (Acl).

«Il piano quinquennale di contenimento del cinghiale assegna degli obiettivi numerici abbastanza stringenti alle Regioni – ha affermato Caputo –. In questo momento abbiamo una situazione a macchia di leopardo, ma le Regioni stanno lavorando per raggiungere tutti gli obiettivi prefissati. Ci sono cluster attivi a Reggio Calabria, in Campania, a Roma ed infine nel nord del Paese con una diffusione attuale del virus in Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria e Piemonte».

Sono stati formati oltre 15.000 bioregolatori, figure provenienti dal mondo venatorio che, a seguito del conseguimento di una specifica formazione in biosicurezza, andranno ad affiancare le 177 unità delle forze armate che attualmente si occupano del censimento mediante l’utilizzo di droni militari, dell’assistenza logistica, della ricerca delle carcasse e, in determinati casi, di abbattimenti mirati.

Nel suino domestico le attività sono state efficaci

Il Commissario ha dichiarato che l’attività di monitoraggio e controllo sul territorio, ha evidenziato come il livello di performance di contenimento a livello zootecnico è perfettamente adeguato, mentre necessita di essere incrementato quello esterno alle aziende zootecniche. È proprio a questo che punta il modello proposto attraverso il lavoro integrato di Got, bioregolatori e militari: «Con questo tipo di operatività saremo più efficaci, con strategie per diradare il cinghiale e riportarlo, ove necessario, esclusivamente nelle aree vocate alla sua presenza».

Stando ai numeri della sorveglianza attiva e passiva in Italia, circa 60.000 animali sono stati sottoposti a misure restrittive, il numero delle infezioni si attesta intorno ai 2.000 casi di cinghiali. «Teniamo alta la guardia - afferma Caputo - stiamo battendo fortemente il territorio e mettendo in campo tutti gli sforzi necessari per raggiungere il contenimento prima e l’eradicazione poi della peste suina africana, malattia che è bene ricordare, non colpisce l’uomo».

Autorizzato l’autoconsumo dei capi abbattuti

Ulteriore novità, che risponde ad una richiesta di chi è in prima linea per l’abbattimento dei cinghiali, riguarda il consumo delle carni di cinghiale abbattuti in Zona di Restrizione II. Se fino ad oggi tutti le carcasse andavano obbligatoriamente distrutte, ora sarà possibile autorizzare l’uso domestico privato per autoconsumo dei capi abbattuti da parte degli operatori rimanendo in zona di restrizione. In ogni caso il consumo potrà avvenire solo se l’animale sarà risultato negativo al virus della Psa.

Depopolamento anche nelle aree protette

Nell’ordinanza, in riferimento all’attività di controllo, viene specificato che le misure previste per i piani di depopolamento del cinghiale si applicano anche nelle aree protette ad ogni livello e che gli interventi nei parchi naturali, nelle riserve naturali e nelle aree protette di cui alla legge n. 394 del 1991 sono attuati oltre che dal personale incaricato dall’ente gestore anche dai soggetti previsti dall’articolo 16, ovvero dai bioregolatori.

In particolare, si stabilisce che le aree comprese nel raggio di 15 km dai distretti suinicoli di maggiore rilevanza sono da considerarsi aree non vocate alla presenza del cinghiale in cui rimuovere tutti i cinghiali presenti. Ogni Regione deve quindi individuare sul proprio territorio i distretti suinicoli di maggiore rilevanza, sulla base della densità di allevamenti e di popolazione suinicola, ma anche sulla base di una valutazione economica e sociale o per ragioni di pregio genetico delle razze autoctone in relazione a contesti di valorizzazione del territorio.

Sono previste penali per chiunque compia atti di danneggiamento, manomissione o intralcio durante le operazioni di cattura per il depopolamento dei cinghiali e per chi venga sorpreso a utilizzare il foraggiamento.

Vietato il deprezzamento dei suini delle zone di restrizione

L’ordinanza, rispondendo alle richieste delle aziende suinicole, vieta di “deprezzare commercialmente” i suini provenienti da allevamenti ricadenti in comuni che sono stati ricompresi nelle zone di restrizione, ma il punto resta di difficile e controversa applicazione.

Vengono intensificati i controlli ufficiali dell’Autorità competente locale (Acl) sulle filiere delle carni suine in tutte le fasi della filiera alimentare, si armonizzano le deroghe ai divieti di movimentazione. Il rilascio di deroghe ai divieti di movimentazione, nel rispetto dei requisiti di biosicurezza, è “uno strumento necessario al proseguimento delle produzioni suinicole nelle zone di restrizione laddove è possibile garantire adeguati requisiti sanitari utili ad evitare la diffusione della malattia attraverso le attività produttive” si legge nel provvedimento.

Con apposita circolare adottata dal Ministero della salute, sentito il Commissario straordinario, “saranno individuati i criteri applicativi del regolamento (Ue) 2023/594, ivi compresi quelli relativi alla concessione delle deroghe specifiche dallo stesso contemplate e dei poteri all’uopo spettanti al Commissario”.
In conclusione, le misure previste dalla nuova ordinanza vanno nella giusta direzione, ma occorre renderle immediatamente operative sui territori per scongiurare il rischio che l’epidemia si estenda, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza dell’intera economia suinicola.


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Operativa la nuova ordinanza per contrastare la Psa - Ultima modifica: 2024-06-19T15:07:57+02:00 da Annalisa Scollo

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