«Mai come in questa fase l’agricoltura ha vissuto una congiuntura così negativa. E il grave rischio, oltre all’assenza della ciclicità dei mercati, saranno le conseguenze dell’abolizione di Imu e Irap». L’analisi è dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, intervenuto a Monzambano (Mantova) al convegno “Quale futuro per l’agricoltura dei colli”, ospitato dalla Cantina dei Colli Morenici.
Sul tema caldo dell’Imu e Irap in agricoltura, Fava si è mostrato molto preoccupato. «Se fra le misure chiamate a tamponare la perdita di entrate dovute all’abolizione di Imu e Irap si andranno a eliminare le agevolazioni sul gasolio agricolo, a togliere la forfettizzazione Iva, oltre i 2 milioni di euro, e a innalzare l’imposta di registro sulle transazioni – ha spiegato – non solo sarà molto svantaggioso per gli agricoltori, ma per comparti come la suinicoltura, la forte presenza di soccide di fatto fa ricadere nella tipologia dei fatturati oltre i 2 milioni di euro gli allevamenti suinicoli e avicoli con conseguenze drammatiche. Perdere il regime di forfettizzazione Iva significa, per i suinicoltura, chiudere, perché oggi le aziende suinicole e avicole hanno una marginalità fra l’1 e il 2% e se togliamo l’8-9% di agevolazione Iva, inevitabilmente si va sott’acqua».
L’impresa agricola deve cambiare rotta e sfruttare maggiormente le opportunità offerte dalla multifunzione e dai trend dettati dai consumatori. «Le risorse finanziarie non mancano – ha avvertito Fava – perché per la prima volta il Psr lombardo può contare su maggiori risorse rispetto al passato, pari a un miliardo e 157 milioni». Quasi 530 milioni saranno destinate a misure agroambientali, 67 milioni di euro per la promozione delle aree marginali o di neo-ruralità. «Sono possibilità che gli imprenditori agricoli devono cogliere – ha proseguito Fava -. Come il biologico, che è una delle misure maggiormente sostenute dall’Unione europee». Anche la multifunzione è una delle strade da percorrere: «Non solo nella versione dell’agriturismo, ma anche secondo altre varianti che comunque garantiscono un’integrazione al reddito».
Resta il nodo della burocrazia. «Il 97% dei vincoli sono imposti dall’Ue – ha spiegato l’assessore lombardo Fava – ma credo che insieme si possa costruire un percorso per intervenire sulla prossima programmazione europea, dal prossimo anno si comincerà a discutere del futuro».