Marzo: 2,191 euro/kg il prezzo del suino pesante

prezzo suino pesante
In continua ripresa il mercato dell’attività allevatoriale suinicola italiana. La redditività è in ascesa per tutte le fasi dell’allevamento

Ancora positivo, a marzo, l’andamento del mercato dell’attività allevatoriale suinicola italiana. Il ciclo chiuso presenta infatti la quotazione dei capi da macello della tipologia pesante destinati al prodotto tutelato in aumento del 7% su base mensile per un prezzo di 2,191 euro/kg. Anche la variazione tendenziale è positiva e pari a +41%.

Passando ad analizzare le fasi dell’allevamento a ciclo aperto, a marzo per lo svezzamento la quotazione dei suinetti da 7 Kg è salita del 2,5% rispetto al mese precedente segnando 70,130 euro/capo, che si traduce in +17,2% a livello tendenziale. La successiva fase dell’accrescimento mostra anch’essa, sempre nel mese di marzo, una dinamica favorevole grazie all’aumento delle quotazioni dei suini da 30 Kg che hanno raggiunto i 4,366 euro/kg (+10,9% mese su mese e +39,2% rispetto allo stesso mese del 2022) compensando la maggior spesa per l’acquisto dei suinetti da 7 Kg a inizio del ciclo produttivo.

Per ciò che concerne la redditività del ciclo chiuso la concomitante azione del rallentamento dei costi delle principali materie prime alimentari e l’aumento dei prezzi dei suini da macello e da allevamento hanno portato, sempre nel periodo preso in esame, l’indice Crefis di redditività a +8,8% su base congiunturale e +18,5% su base tendenziale. La redditività delle fasi del ciclo aperto ha segnato, a marzo, per lo svezzamento variazioni positive sia su base mensile (+4%) che annuale (+7,8%) e per la successiva fase dell’accrescimento una dinamica vantaggiosa che a livello congiunturale sale del 7% e su base tendenziale del 18,1%.

Buono il momento anche per la fase di ingrasso, tanto che i dati elaborati da Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere sostenibili) mostrano l’indice di redditività in crescita a livello congiunturale dell’8,1% e del +15,4% a livello tendenziale.

Macellazione

Per quanto riguarda il comparto della macellazione, in marzo si evidenzia un andamento favorevole delle quotazioni, con i prezzi delle cosce fresche destinate a produzioni tipiche della tipologia pesante, arrivati a 6,210 euro/kg (+2,1% la variazione mese su mese). Anche il confronto con le quotazioni del 2022 è risultato positivo e pari a +19,7%. Similmente, per gli atri tagli di carne, i valori sono risultati in ascesa: il prezzo del lombo taglio Padova è salito a 4,625 euro/kg (+14,2% la variazione congiunturale) mentre il taglio Bologna ha raggiunto i 4,375 euro/kg (+8,7%). Le variazioni tendenziali risultano positive per entrambi i prodotti: +13,5% e +11,5%, rispettivamente.

Nonostante il buon andamento del mercato, sempre in marzo, la redditività del comparto è stata nuovamente sfavorita dagli alti costi di approvvigionamento dei capi da macello pesanti che hanno toccato i livelli di prezzo più alti mai registrati. L’indice di redditività, infatti, risulta in calo congiunturale dell’1,8% e ancor più a livello tendenziale (-15%).

Stagionatura

Sempre a marzo, per il comparto della stagionatura, si registra un aumento delle quotazioni dei prodotti stagionati sia Dop che generici. Il Prosciutto di Parma stagionato 12 mesi della tipologia pesante mostra una quotazione di 10,700 euro/kg (+2,1% rispetto a febbraio e +11,3% rispetto a marzo dello scorso anno), mentre il prosciutto non tipico, sempre della tipologia pesante, ha quotato 7,890 euro/kg ovvero il 3,8% in più del mese precedente. Anche la variazione tendenziale risulta positiva e pari al 22,2%.

Considerando la redditività, si nota che, sempre in marzo, gli indici dei prodotti tornano a salire a livello congiunturale ma mantengono le variazioni tendenziali ancora negative. Specificamente per il Prosciutto di Parma pesante stagionato 12 mesi il prezzo di marzo ha consentito di coprire i costi, mantenendo positiva, anche se debolmente (+0,1%), la variazione della redditività rispetto al mese precedente. Il dato tendenziale, come dicevamo, resta invece negativo: -14,6%.

L’indice di redditività del prosciutto generico, sempre della tipologia pesante, a marzo si attesta sul +3,3% ma anche in questo caso il raffronto con le quotazioni del 2022 è negativo e pari a -1,6%.

Il differenziale di redditività tra il prodotto pesante tutelato e quello generico, sebbene continui ad assottigliarsi, rimane a favore del prosciutto Dop: +27,9%.

I fattori della produzione

Continuano a rallentare a marzo, i prezzi delle principali commodities, con valori che ritornano decisamente al di sotto dei livelli fatti registrare nello stesso mese dello scorso anno.

In marzo, a Milano il prezzo del mais nazionale contratto 103 si è fermato a 297,4 euro/t, in calo del 4,9% rispetto al mese precedente, mentre quello del prodotto nazionale con caratteristiche a 307,0 euro/t (-4,6%). In ribasso anche la quotazione del mais di provenienza comunitaria (-4,2%, per un valore di 302,1 euro/t), mentre la quotazione del prodotto francese è scesa del 6,4% per un valore di 288,1 euro/t. In calo anche il prezzo del mais statunitense, che è sceso del 5,1% rispetto al mese precedente, fermandosi ad un valore di 265,4 euro/t (dato calcolato senza l’ultima settimana di quotazione). Negative anche le variazioni tendenziali, con valori compresi tra il -20% e -22%.

Stesso andamento si è verificato anche per la soia: infatti, alla borsa merci di Milano il prezzo del prodotto nazionale è sceso a 543,3 euro/t (-3,8% rispetto a febbraio), mentre la quotazione del prodotto estero si è fermata a 558,3 euro/t (-4,6%). In ribasso anche le quotazioni statunitensi, sia per il prodotto scambiato in Iowa, sceso del 2,3% (495,1 euro/t), che per quello CIF Rotterdam scambiato a 586,9 euro/t (-3,4%). Scende del 6,5%, rispetto al mese precedente, il dato della soia brasiliana, per un valore medio mensile di 466,3 euro/t. Negative anche in questo caso tutte le variazioni tendenziali.

Nell’ultimo mese, sul mercato nazionale, il prezzo dell’orzo di provenienza comunitaria scambiato a Milano è sceso a 273,2 euro/t (-7,5% rispetto a febbraio), mentre il prodotto di provenienza nazionale non è stato quotato. In calo il prezzo dell’orzo francese (-3,3%), che si è fermato a 269,8 euro/t, così come quello del Mar Nero sceso a 231,6 euro/t (-10,9%). Le variazioni tendenziali sono risultate negative per l’orzo comunitario scambiato a Milano (-28,5%), per quello del Mar Nero (-35,4%), e per quello francese (-28,9%).


L’articolo è pubblicato sulla Rivista di Suinicoltura 5/2023

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Marzo: 2,191 euro/kg il prezzo del suino pesante - Ultima modifica: 2023-05-28T09:10:02+02:00 da Annalisa Scollo

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