Taglio della coda, predisposto il Piano d’azione nazionale

taglio della coda dei suinetti
5/7 - Taglio cauterizzato.
Il ministero della Salute rende noto che dal secondo semestre del 2018 sarà avviata la compilazione da parte degli allevatori della checklist per la valutazione del rischio del taglio della coda

Nel secondo semestre del 2018, anche in Friuli-Venezia Giulia dovrà essere avviata la compilazione, da parte di tutti gli allevatori suinicoli regionali, della checklist per la valutazione del rischio del taglio della coda. Lo ha fatto presente ai suinicoltori friulani, convenuti a Codroipo (Udine), in seguito a un’iniziativa informativa dell’Associazione allevatori del Friuli-Venezia Giulia, Andrea Angeli, veterinario pubblico referente regionale della task force sul benessere animale.
«In seguito allo specifico audit europeo del novembre scorso effettuato in Italia – ha detto Angeli -, è stato stilato un report (pubblico) che non ha soddisfatto i commissari e ha segnalato varie criticità nella gestione della pratica del taglio della coda. Una pratica, di fatto, routinaria negli allevamenti italiani e regionali, mentre dovrebbe essere attuata solo in caso di dimostrata necessità e nel pieno rispetto delle norme europee sul benessere animale che già sono in vigore, almeno dal 2008. Per questo motivo, il ministero della Salute, nel maggio scorso, ha predisposto un apposito “Piano d’azione nazionale” a cui daremo corso, nei prossimi mesi – ha annunciato -, anche in Friuli-Venezia Giulia».
Il fenomeno della morsicatura della coda dipende da molti fattori e per prevenirlo è necessaria l’adozione di diversi accorgimenti strutturali e manageriali. Per questo motivo l’allevamento con la coda intera è considerato un indicatore del buon grado di benessere assicurato al suino.

I fattori che possono determinare caudofagia

La Commissione europea, sulla base di alcuni pareri Efsa e delle conoscenze scientifiche, ha raggruppato i fattori che possono determinare la comparsa del comportamento anomalo della morsicatura della coda (detta anche “caudofagia”) in sei categorie (scaricabile da: www.anas.it/documenti/SchededivulgativeUE.pdf):
1) materiali di arricchimento ambientale;
2) comfort termico, qualità dell’aria e luce;
3) salute e benessere;
4) competizione;
5) dieta;
6) struttura e pulizia dei recinti.
L’attenta individuazione, in ogni allevamento, dei fattori che causano condizioni di minor benessere e la conseguente adozione di alcune precise misure correttive dovrebbe consentire il graduale abbandono del ricorso al taglio della coda.

Precise misure correttive

Il “Piano d’azione” italiano prevede uno sviluppo triennale in due fasi.
Fase 1, secondo semestre 2018:
a) valutazione del rischio da parte dell’allevatore con la collaborazione del veterinario aziendale, compilando la checklist e analizzando i sei predetti parametri per le fasi di svezzamento e ingrasso;
b) richiesta da parte dell’allevatore, se necessario, dell’autorizzazione al taglio della coda;
c) attività di formazione di allevatori e veterinari da parte del Centro di referenza nazionale benessere e autorità sanitarie regionali.
Fase 2, 2019 – 2020:
a) controllo del 50% dei siti di ingrasso, per anno, da parte dell’autorità sanitarie competenti;
b) sperimentazione dell’allevamento di alcuni gruppi di suini con coda intera (5-10% degli animali allevati?) da parte di ogni allevamento.

La checklist per la valutazione del rischio

Il gruppo di esperti del ministero della Salute ha messo a punto la checklist (scaricabile da: www.anas.it/documenti/Checklist.pdf) che dovrà essere usata, a partire dal secondo semestre del 2018, dagli allevatori e dai veterinari aziendali per la valutazione del rischio e, dal 2019, dalle Aziende sanitarie per i controlli. Inoltre, il Centro di referenza nazionale Izsler Brescia (Crenba), con la collaborazione del gruppo di esperti, ha predisposto un manuale dettagliato (scaricabile da: www.anas.it/documenti/ManualeCReNBA.pdf).
La checklist stabilisce, per ogni parametro, i criteri di valutazione a partire dalle norme vigenti e indica quali possono essere gli interventi migliorativi da adottare. Gli allevatori, per raggiungere l’obiettivo della prevenzione delle morsicature e dell’abbandono del taglio della coda, saranno chiamati a effettuare alcuni o tutti gli interventi migliorativi indicati nella checklist e nel manuale. Diversi di questi interventi riguardano le strutture di allevamento: per esempio potrebbe essere necessario aumentare la superficie disponibile o lo spazio alla mangiatoia; per ogni box potrebbe essere necessario installare due erogatori di acqua; per ogni capannone dovrebbero venir previste due aree isolamento/infermeria; per la qualità dell’aria potrebbe essere necessario installare sistemi di controllo e/o modificare gli impianti di ventilazione; per il comfort termico si potrebbe prevedere l’installazione di impianti di nebulizzazione.
Si tratta di interventi sicuramente onerosi per i quali sarebbe opportuno e giustificato il sostegno finanziario con i fondi dello sviluppo rurale, hanno sottolineato molti degli allevatori presenti all’incontro.


CITTADINI PIÙ SENSIBILI

«La sensibilità di cittadini e consumatori sul tema del benessere animale è significativamente aumentata, soprattutto nei Paesi del nord Europa», ha sottolineato Manlio Palei, direttore del Servizio sanità pubblica veterinaria del Friuli-Venezia Giulia che ha concluso l’incontro formativo. «Per rispondere meglio e puntualmente alle mutate sensibilità di cittadini e consumatori, tutelare le produzioni di alta qualità, prosciutti e salumi dop (con le relative quote di mercato estero), e lo stesso futuro degli allevamenti, è necessario favorire l’adozione di pratiche considerate più rispettose del benessere dei suini. Il “Piano d’azione” del ministero della Salute rappresenta l’occasione per affrontare il tema in mordo organico e con un approccio di “sistema Paese”. L’auspicio – ha concluso Palei – è che lo sforzo degli allevatori sia riconosciuto e ripagato da consumatori, cittadini e sostenuto dalle autorità centrali e regionali competenti».


La sequenza fotografica è stata realizzata in una scrofaia della provincia di Udine, nel mese di giugno del 2018. L’operazione del taglio coda viene eseguita a tre giorni dalla nascita dei suinetti, all’altezza del terzo anello caudale. L’utilizzo del tagliacoda a gas consente la cauterizzazione immediata, senza alcuna fuoriuscita di sangue. L’operazione viene preceduta da un’iniezione con un antinfiammatorio.

 


Leggi l'articolo sulla Rivista di Suinicoltura n. 7/2018

Taglio della coda, predisposto il Piano d’azione nazionale - Ultima modifica: 2018-07-18T16:48:16+02:00 da Barbara Gamberini

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