Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è forse uno dei documenti di maggior importanza strategica per le prospettive e il clima di fiducia del nostro Paese: imprese, cittadini, operatori di ogni settore attendono con fiducia di verdersi concretizzare scelte importanti e decisive per la ripartenza dell’economia Italiana in quella che sarà la fase post emergenziale legata al Covid19.
Per l’ingente mole di risorse messa a disposizione dell’Ue, un po’ tutti si aspettano investimenti che facciano da volano ad una riqualificazione competitiva della nostra economia e ammodernino i tanti settori sociali che necessitano di migliori strumenti per offrire maggiori opportunità alla popolazione.
Le considerazioni di Assica
Anche Assica ha attentamente studiato il documento come è stato trasmesso alle camere per le valutazioni del parlamento; dalla lettura di questo primo elaborato è possibile già ora formulare alcune considerazioni. Tuttavia vale la pena sottolineare che il documento determina obiettivi e linee di intervento condivisibili, ancorché di ampio respiro: una valutazione più completa potrà essere fornita quando saranno esplicitati e approfonditi gli aspetti di ulteriore dettaglio.
Venendo alla gestione degli interventi strutturati su 6 macro missioni a loro volta articolate in componenti, va sicuramente sottolineata la necessità di prevedere a ogni livello di quella che sarà individuata come la governance del Piano, il coinvolgimento delle parti sociali, delle rappresentanze delle imprese dei diversi settori, specie nell’agroalimentare, affinché siano coinvolte fin dalla definizione degli investimenti di dettaglio.
Il tema del coinvolgimento è particolarmente caro ad Assica, con una finalità estremamente operativa e concreta: il confronto operativo con coloro che sono chiamati a realizzare i passi concreti di qualsivoglia progetto, bando o investimento è fondamentale per mettere a punto tempi, modi e correttivi di dettaglio, altrimenti si depotenzia o vanifica l’investimento.
Di seguito le considerazioni di Assica sulle iniziative proposte nelle varie missioni.
Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
La prima missione, relativa a digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura presenta molteplici occasioni di sviluppo che possono essere colte anche dal settore suinicolo – afferma Assica -. L’attuale struttura produttiva del comparto non consente di poter contare sulle capacità di investimento di ogni singolo operatore per assicurare una capillare diffusione di tutte le moderne tecnologie utili a semplificare e migliorare le capacità produttive del comparto. Per questo, è necessario favorire il processo di innovazione della filiera. A cominciare da una digitalizzazione di supporto più avanzata nella filiera suinicola: numerose attività di tracciamento e burocratiche sono infatti ancora svolte in modalità manuale o semi manuale / assistita.
Occorre ammodernare il livello di tecnologie applicate a supporto del tracciamento, rendicontazione e registrazione di tutti i dati richiesta alla filiera suinicola nazionale.
Allo stesso modo è fondamentale supportare un’innovazione tecnologica del processo produttivo a ogni livello della filiera. Dalla zootecnia di precisione fino ai macchinari più moderni per il confezionamento e il trattamento dei prodotti al fine di preservarne le qualità nutrizionali e organolettiche aumentando la shelf life e la fruibilità del prodotto stesso, caratteristiche la cui necessità si è dimostrata prioritaria per i consumatori durante questa fase di emergenza sanitaria.
Nell’ambito degli obiettivi di questa missione, un’attenzione particolare andrebbe dedicata all’evoluzione verso un modello meglio orientato al commercio elettronico.
Rivoluzione verde e transizione ecologica
La missione 2 riguarda la rivoluzione verde e transizione ecologica. Obiettivi ambiziosi e importanti sia per una miglior competitività del tessuto produttivo nazionale sia per le implicazioni sociali che sottendono. Tuttavia, leggendo quanto previsto nel piano, restano diverse perplessità di Assica.
È particolarmente apprezzabile il costante riferimento al paradigma dell’economia circolare – fanno sapere gli esperi di Assica - ma qualche perplessità resta legata all’obiettivo di sostituire le materie prime nazionali con il riutilizzo di materiali di scarto, con un approccio che ricorda modalità autarchiche. La finalità è sicuramente nobile e condivisibile, tuttavia occorre fare estrema attenzione a preservare le produzioni di qualità del nostro agroalimentare che il mondo intero ci invidia. Sarà dunque indispensabile un’attenta e approfondita pianificazione di dettaglio su quali tipologie di produzione possano essere ingaggiate su questa sfida.
Per analoghe motivazioni, leggere che la strategia nazionale sull’economia circolare sarà affidata interamente al Mattm desta molte perplessità: su questi temi, nel nostro settore – afferma Assica -, non si può prescindere da una pianificazione economica di filiera industriale e da considerazioni di carattere strettamente agricolo, che contemperino le esigenze di efficienza ambientale con le capacità e le necessità del mondo produttivo primario. Mise e Mipaaf dovrebbero dunque figurare come attori co protagonisti imprescindibili anche solo per la prima stesura di ampio respiro del piano.
Non possono che vederci concordi – affermano gli esperti di Assica - le previsioni circa contratti di filiera per la sostenibilità e la valorizzazione del ciclo integrato di gestione dei rifiuti. Per proseguire su questo sentiero, diffondere le buone prassi e rendere endemico un cambiamento ancora disomogeneo è necessario che ai contratti di filiera si affianchino contratti interfiliera per supportare l’innovazione e l’introduzione di elementi di maggior efficienza dei processi produttivi.
Istruzione e ricerca
La missione 4 riguarda invece istruzione e ricerca. Si tratta di un capitolo fondamentale per favorire l’ammodernamento delle competenze professionali del Paese e per improntare scelte e valutazioni ad approcci maggiormente basati sulla scienza e sul rigore dell’informazione e della conoscenza preventiva. Per questo Assica ritiene fondamentale investire per favorire lo sviluppo delle competenze necessarie alla transizione tecnologica e c.d. “green” che stiamo per affrontare. L’investimento dovrà essere rivolto agli operatori e agli imprenditori, ma non di meno è fondamentale che i primi ad essere formati siano i media e coloro che sono chiamati a informare correttamente la popolazione.
Una corretta informazione deve parimenti accompagnarsi a una piena educazione alimentare che, imperniata sui principi cardine della dieta mediterranea, educhi i consumatori ad essere protagonisti delle proprie scelte alimentari e non a lasciarsi guidare da semafori, indicazioni colorate, soluzioni semplificate e per lo più semplicistiche e superficiali.
Salute
La missione 6 riguarda uno dei temi divenuti di estrema attenzione e centralità: la salute. L’emergenza da Covid19 ci ha messo di fronte alla precarietà diffusa della stessa, indipendentemente dalle nostre precedenti convinzioni o certezze documentate.
Occorre dunque porsi in maniera differente rispetto al passato, nei confronti dei propri stili di vita e abitudini al fine di costruire percorsi di mantenimento e prevenzione delle migliori condizioni di salute possibili. In tale ottica, l’educazione alimentare è sicuramente un pilastro a supporto del sistema sanitario nazionale. Una equilibrata alimentazione che preveda l’assunzione di tutti gli alimenti nelle corrette quantità consente di avere un impatto positivo sul sistema sanitario nazionale.
Una nota di considerazione merita anche la salute veterinaria per i molteplici riflessi che ha sul benessere e la sostenibilità delle produzioni nazionali e sulla possibilità per l’Italia di affrontare nuovi mercati esteri. La lotta alle malattie animali e un adeguato sistema di prevenzione dai contagi diviene sempre più fondamentale per assicurare certezza alimentare e buone capacità economiche al Paese.•