Le pratiche zootecniche attuali determinano spesso livelli insoddisfacenti di benessere animale. Un’accorta combinazione di misure di igiene zootecnica e di immunomodulazione mirata possono rappresentare una risposta credibile e comportare livelli più accettabili di sanità pubblica veterinaria. È quanto detto da Luigi Bonizzi, docente del Dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università degli studi di Milano, che in occasione della scorsa edizione della Giornata della Suinicoltura, tenutasi il 28 febbraio scorso a Fico Bologna, ha parlato per conto della ditta Multiossigen, di Gorle (Bg).
«Applicando un approccio integrato aziendale specifico – ha sottolineato Bonizzi -, intensificando programmi vaccinali e l’uso di sostanze alternative quali: ozono, fitoderivati, probiotici, ecc…è possibile ottenere una riduzione dei costi aziendali, un miglioramento del benessere animale, azioni positive di sanità pubblica, contrastare l’antibiotico-resistenza e rispondere alle esigenze del consumatore».
L’ozono, ha spiegato il professore dell’Università di Milano, è da tempo presente nel settore industriale; nel settore agroalimentare può essere usato per una grande varietà di scopi, quali a esempio:
- depurare l’acqua potabile;
- depurare le acque reflue;
- sanificare superfici, strumenti e macchinari;
- conservare gli alimenti;
- pratiche agricole ecosostenibili e biologiche;
- prevenire i rischi di natura biologica;
- prevenire i rischi di natura chimica.
«Diversi settori ricorrono all’ozono o all’acqua ozonizzata a elevate concentrazioni per sanificare e disinfettare superfici, strumenti e macchinari – ha aggiunto Bonizzi -. L’ozono diffuso nell’ambiente in assenza di personale inibisce la crescita di muffe, lieviti e carica batterica, determina un incremento della shelf-life e della sicurezza e qualità dei prodotti alimentari.
Di conseguenza i vantaggi di questa tipologia di disinfezione sono molti:
- rapida disinfezione da batteri, virus e spore;
- esclusione di disinfettanti chimici;
- nessuna produzione di residui;
- nessuna alterazione di colore, odore e sapore;
- controllo del microbioma;
- ossigenazione dei tessuti;
- azione efficace a basse temperature e ampio range di pH».
In campo zootecnico, l’obiettivo dell’uso dell’ozono è quello di migliorare le condizioni igieniche di allevamento, oltre che ridurre il problema dei residui ambientali e negli alimenti.
Bonizzi ha poi riportato il caso dell’azienda agricola Garbelli, di Bagnolo Mella (Bs): 130 Ha e 6500 suini ingrasso, che utilizza un impianto di ozonizzazione Multiossigen (ozono in acqua: 0.1 mg/l; ozono nei ricoveri: max 0.1 ppm).
«Dai rilevamenti effettuati all’interno di questa porcilaia – ha spiegato il docente – è evidente una riduzione delle sindromi gastroenteriche e polmonari degli animali; un lavoro degli operatori più sereno e meno impegnativo e animali più sani. Con l’impiego di ozono in acqua e nella razione (broda e succhiotti) l’azienda è riuscita a ottenere:
- contrasto del biofilm, controllo di enterobatteri (Coli, Clostridi, Lawsonia, Brachispira, Salmonella);
- azione antiossidante e immunostimolante.
Con l’impiego di ozono nell’ambiente:
- riduzione della carica microbica ambientale;
- interruzione della trasmissione di germi per via aerogena (Prrss, micoplasma, influenza, Actinobacillus, ecc).
In tal modo – ha proseguito l’esperto -, si è riusciti ad avere una riduzione dell’utilizzo di antimicrobici: acidi (tal quali e/o protetti) disinfettanti a fine ciclo, antibiotici, antiinfiammatori (ac. Acetilsalicilico, ketoprofene, ecc) oltre a una riduzione della manodopera e dell’usura dei ricoveri. A livello economico, il risparmio complessivo è stato di 61mila euro (a capo: circa 6-7 euro). Inoltre, su 11mila suini venduti, il risparmio è stato di 70mila euro rispetto a prima dell’utilizzo dell’impianto di ossigeno ozono. L’azienda è così passata da 5mila suini nel 2014 a 6.500 suini nel 2015. Le performance degli animali sono rimaste simili, mentre la mortalità è calata dell’1% circa. Probabilmente – ha aggiunto Bonizzi – l’utilizzo di ozono già nella scrofaia porterebbe a risultati ancora migliori».
Cliccando qui sarà possibile visionare la relazione esposta dal professo Bonizzi in occasione della Giornata della Suinicoltura, tenutasi il 28 febbraio scorso, presso il centro congressi di Fico Eataly World, a Bologna.