Prendersi cura del rapporto uomo-animale non è mai stato così importante come al giorno d’oggi: la produzione suinicola si è ampiamente evoluta negli ultimi decenni da aziende a conduzione familiare ad aziende molto più grandi, con enormi conseguenze sulla produttività ma anche sull’organizzazione del lavoro. Questa evoluzione è stata fatta a discapito del tempo a disposizione con gli animali.
La maggior parte degli allevatori ritiene di non avere abbastanza tempo per creare una relazione positiva o almeno neutrale con il bestiame, dove con “neutrale” si intende una relazione caratterizzata dall’assenza di paura nei confronti degli esseri umani. In tale contesto, il problema della paura degli esseri umani in zootecnia può verificarsi a causa della mancanza di interazioni e di tempo trascorso con gli animali.
Webster (2005) ha sottolineato che nella produzione intensiva di bestiame (suini, ma anche pollame), i problemi di benessere derivano principalmente da fallimenti nella gestione dell'allevamento, come la cura inadeguata degli animali a causa di una combinazione di tempo limitato per il contatto individuale e attenzione inadeguata ai bisogni fisiologici e comportamentali del bestiame.
Come evidenziato da Tallet e Brajon in “Advances in Pig Welfare” (Seconda edizione, 2024), comprendere le basi per stabilire una relazione positiva uomo-maiale attraverso interazioni appropriate può avere un forte impatto positivo sui suini, ma anche sugli allevatori.
Canali sensoriali nelle interazioni maiale-uomo
Le interazioni tra suini ed esseri umani nelle porcilaie possono avvenire attraverso una serie di canali sensoriali: acustici, visivi, tattili e/o chimici. In queste interazioni, i maiali usano le stesse capacità sensoriali che usano nelle reciproche interazioni maiale-maiale. Ad esempio, quando si riconoscono a vicenda, i maiali si affidano innanzitutto a segnali olfattivi e uditivi e utilizzano anche segnali visivi. Allo stesso modo, la discriminazione degli esseri umani da parte dei maiali è intermodale, poiché si basa su segnali uditivi e/o olfattivi nonché su segnali visivi come il colore degli indumenti o le dimensioni del corpo e la forma del viso.
La voce
La voce umana è il principale segnale uditivo utilizzato durante le attività quotidiane, come l'alimentazione o la pulizia. Gli stessi allevatori affermano di utilizzare segnali vocali (parlare, fischiare) quando interagiscono con i loro animali. Durante le attività di allevamento più occasionali, come il trasferimento delle scrofe dalla gestazione alle gabbie parto o la preparazione e lo spostamento dei suini da ingrasso per il carico su un camion, gli operatori spesso gridano o producono suoni fischiando, schioccando la lingua o battendo le mani con l'obiettivo di far muovere i maiali più velocemente o impedire loro di fermarsi nei corridoi per esplorare.
Sembra che esistano stili personali di interazione acustica con gli animali, con alcune persone che utilizzano un modo più dell'altro.
L'uso di una voce calma faciliterebbe lo sviluppo di una relazione positiva uomo-maiale, ma studi recenti hanno dimostrato che senza addestramento, l'intonazione della voce non modificherebbe il comportamento dei suini. I maiali sono, tuttavia, in grado di discriminare segnali acustici specifici come la frequenza (Hz) e il ritmo del parlare e di adattare il loro comportamento a tali caratteristiche.
Quando sono privati della voce umana, i suinetti esprimono reazioni di frustrazione. Studi recenti hanno inoltre dimostrato che la relazione uomo-maiale modula la struttura delle vocalizzazioni dei suini, il che suggerisce che ci sarebbe un contenuto comunicativo in vocalizzazioni di suini rivolte all'uomo.
La postura
Allo stesso modo, i contatti visivi con gli esseri umani sono importanti negli allevamenti commerciali e si verificano quando gli allevatori stanno vicino ai loro animali, ad esempio durante l’alimentazione o attività quali controllo sanitario, pulizia, spostamento, parto, manutenzione delle apparecchiature. I maiali sono molto sensibili agli aspetti visivi dell'uomo, come la postura: impiegano più tempo per avvicinarsi ad una persona eretta che ad una accovacciata e ad una persona che si avvicina rispetto ad una persona che non si avvicina. Possono anche imparare a utilizzare segnali visivi per trovare una ricompensa nascosta nel cibo. La semplice presenza può quindi essere un modo per sviluppare una relazione, se vengono utilizzati segnali visivi appropriati.
Ad esempio, la semplice presenza accovacciata di 5 minuti per 2 settimane è sufficiente per indurre l'approccio umano nei suinetti svezzati.
Sviluppare una relazione positiva tramite il contatto fisico
Inoltre, durante la maggior parte delle attività lavorative che richiedono l'ingresso di un essere umano nei box o lo spostamento di animali, esistono anche possibilità di contatto fisico positivo fornite dall'uomo, come accarezzare o dare pacche gentili. Gli studi hanno dimostrato che questi contatti fisici sono positivi per i maiali e possono aiutare a sviluppare una relazione positiva con essi. È il caso dei grattamenti e dei massaggi sulla pancia, che hanno effetti calmanti.
Le diverse situazioni di interazione portano sempre l'uomo a produrre segnali sensoriali che vengono percepiti, e probabilmente interpretati, dai suini. Esiste anche una variabilità interindividuale nell'importanza dei particolari canali sensoriali per ciascun suino. Tutte queste interazioni fanno sì che i maiali creino una rappresentazione mentale delle persone. È stato osservato che impedire ai suinetti di svolgere le interazioni a cui sono abituati porta a reazioni di frustrazione.
A seconda della valenza di queste interazioni, esse influiscono sulla relazione uomo-suino ma anche sulla salute e il benessere dei suini, sulle condizioni e la soddisfazione del lavoro umano e sulla produttività complessiva dei suini (figura 1). (...)
Leggi l’articolo completo sulla Rivista di Suinicoltura 2/2024
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