Il commissario Ue all’Ambiente scrive ai ministri Clini e Catania: «Illegittimo lo stop alla direttiva».
La sospensione per
un anno della direttiva
nitrati decisa dal
Parlamento non piace a Bruxelles.
Così il commissario
Ue all’Ambiente, Janez Potocnik
ha preso carta e penna
per intimare ai ministri italiani
di Ambiente, Corrado Clini,
e Politiche agricole, Mario
Catania, di adottare immediate
misure correttive. Il
tono della lettera, inviata a
Roma il 16 gennaio scorso, è
perentorio: «La Commissione
– scrive – ha appreso da
mezzi di stampa piuttosto
che dai normali canali ufficiali
che l’Italia ha approvato
una normativa sulla direttiva
nitrati che porterà danni
ambientali importanti attraverso
un aumento dell'inquinamento
delle falde». Questa
«evoluzione molto sorprendente
» della normativa
mette l’Italia in un posizione
«chiaramente inadempiente»
rispetto agli obblighi stabiliti
in materia di ambiente e agricoltura.
Una situazione non
nuova. Proprio per una mancata
applicazione della direttiva
Ue sui nitrati il nostro
paese era già stato messo sotto
scacco dalla procedura
d’infrazione aperta dalla Ue
e poi ritirata nel 2008 con
l’ampliamento delle aree vulnerabili
chiesto da Bruxelles.
«La legge ora approvata
– come scrive sempre il commissario
sloveno – mina alcuni
anni di lavoro costante
sulle misure agricole in materia
di tutela delle acque. Questo
porterà a costi enormi
per la società, in futuro, per
il risanamento delle acque,
così come per gli agricoltori
che non saranno più in linea
con gli adempimenti della
Politica agricola comune».
«Avevamo già fatto il punto
con le organizzazioni sindacali
– commenta Giuseppe
Elias, assessore all’Agricoltura
della Lombardia, la regione
leader della zootecnia
nazionale e quindi la più colpita
dalla direttiva – chiedendo
con una lettera inviata al
ministero delle Politiche agricole
indicazioni sull’applicazione
delle nuove disposizioni.
Al momento applichiamo
la legge approvata contando
di poter terminare la revisione
delle aree sensibili anche
in base ai dati Ispra nel primo
trimestre dell’anno, ossia
90 giorni dalla pubblicazione
delle legge, così come
questa stabilisce».
«Non si può disattendere
una normativa – commenta
il direttore di
Confagricoltura Lombardia,
Umberto Bertolasi – senza
considerarne gli effetti. Si
tratta di verificare se i premi
Pac saranno bloccati a coloro
che non sono in regola
con gli adempimenti comunitari».
Secondo il presidente di
Cia Lombardia, Mario Lanzi,
«è evidente che aumenterà
la confusione. Spetta al
Governo ora, in accordo con
le Regioni, trovare una percorso
di applicazione sostenibile
della legge. La situazione
di ottemperanza alla direttiva
oggi è ancora più complessa:
vi sono aziende ancora
non conformi, aziende che
in base alla nuova legge saranno
considerate conformi,
aziende che sono conformi
grazie alle convenzioni di
spandimento e poi le aziende
che hanno aderito alla deroga».
Per Ettore Prandini, presidente
di Coldiretti Lombardia,
la situazione va ricondotta
alle responsabilità dell'inquinamento
che non sono
dell'agricoltura ma degli scarichi
civili e industriali come
hanno dimostrato gli studi
condotti dal Centro di
Ispra».
un anno della direttiva
nitrati decisa dal
Parlamento non piace a Bruxelles.
Così il commissario
Ue all’Ambiente, Janez Potocnik
ha preso carta e penna
per intimare ai ministri italiani
di Ambiente, Corrado Clini,
e Politiche agricole, Mario
Catania, di adottare immediate
misure correttive. Il
tono della lettera, inviata a
Roma il 16 gennaio scorso, è
perentorio: «La Commissione
– scrive – ha appreso da
mezzi di stampa piuttosto
che dai normali canali ufficiali
che l’Italia ha approvato
una normativa sulla direttiva
nitrati che porterà danni
ambientali importanti attraverso
un aumento dell'inquinamento
delle falde». Questa
«evoluzione molto sorprendente
» della normativa
mette l’Italia in un posizione
«chiaramente inadempiente»
rispetto agli obblighi stabiliti
in materia di ambiente e agricoltura.
Una situazione non
nuova. Proprio per una mancata
applicazione della direttiva
Ue sui nitrati il nostro
paese era già stato messo sotto
scacco dalla procedura
d’infrazione aperta dalla Ue
e poi ritirata nel 2008 con
l’ampliamento delle aree vulnerabili
chiesto da Bruxelles.
«La legge ora approvata
– come scrive sempre il commissario
sloveno – mina alcuni
anni di lavoro costante
sulle misure agricole in materia
di tutela delle acque. Questo
porterà a costi enormi
per la società, in futuro, per
il risanamento delle acque,
così come per gli agricoltori
che non saranno più in linea
con gli adempimenti della
Politica agricola comune».
«Avevamo già fatto il punto
con le organizzazioni sindacali
– commenta Giuseppe
Elias, assessore all’Agricoltura
della Lombardia, la regione
leader della zootecnia
nazionale e quindi la più colpita
dalla direttiva – chiedendo
con una lettera inviata al
ministero delle Politiche agricole
indicazioni sull’applicazione
delle nuove disposizioni.
Al momento applichiamo
la legge approvata contando
di poter terminare la revisione
delle aree sensibili anche
in base ai dati Ispra nel primo
trimestre dell’anno, ossia
90 giorni dalla pubblicazione
delle legge, così come
questa stabilisce».
«Non si può disattendere
una normativa – commenta
il direttore di
Confagricoltura Lombardia,
Umberto Bertolasi – senza
considerarne gli effetti. Si
tratta di verificare se i premi
Pac saranno bloccati a coloro
che non sono in regola
con gli adempimenti comunitari».
Secondo il presidente di
Cia Lombardia, Mario Lanzi,
«è evidente che aumenterà
la confusione. Spetta al
Governo ora, in accordo con
le Regioni, trovare una percorso
di applicazione sostenibile
della legge. La situazione
di ottemperanza alla direttiva
oggi è ancora più complessa:
vi sono aziende ancora
non conformi, aziende che
in base alla nuova legge saranno
considerate conformi,
aziende che sono conformi
grazie alle convenzioni di
spandimento e poi le aziende
che hanno aderito alla deroga».
Per Ettore Prandini, presidente
di Coldiretti Lombardia,
la situazione va ricondotta
alle responsabilità dell'inquinamento
che non sono
dell'agricoltura ma degli scarichi
civili e industriali come
hanno dimostrato gli studi
condotti dal Centro di
Ispra».