Lo svezzamento può essere considerato senza alcun dubbio l’evento maggiormente stressante nella vita del suino almeno fino al momento della macellazione. L’impatto dell’assunzione di alimento e la “salute” dell’intestino sono stati da più parti messi in evidenza dato che sono eventi correlati tra loro e che hanno un forte legame con le performance non solo della fase post-svezzamento, ma sull’intera carriera dell’animale.
È noto infatti che il mancato o eccessivamente ridotto consumo di alimento conduce a una riduzione nella dimensione dei villi incrementando la permeabilità intestinale con possibili conseguenze negative.
Centralità del consumo alimentare
Un aspetto al quale non viene data la giusta attenzione è rappresentato dal fatto che esiste una relazione diretta tra bassa ingestione di alimento, stato dei villi intestinali e condizione di malattia del suinetto. Questa correlazione è stata messa in evidenza anche a livello sperimentale esponendo gruppi di suinetti ad E. coli e andando ad analizzare la risposta degli animali. Ebbene, i suinetti che mangiavano con regolarità continuarono nell’ingestione di alimento e a crescere, viceversa quelli il cui consumo di alimento era basso, ridussero ulteriormente l’assunzione e mostrarono i sintomi clinici della malattia. Ecco perché l’obiettivo primario dei mangimi utilizzati nelle fasi immediatamente successive allo svezzamento dovrebbe essere innanzitutto quello di favorire il consumo di mangime da parte dei suinetti.
Secondo una interessante ricerca, al suinetto appena svezzato occorre il 50% del tempo in più per consumare il secondo pasto rispetto a quanto impiegato per effettuare il primo. Ciò significa che se a un suinetto occorrono 2 ore dal momento dello svezzamento per mangiare i suoi primi 10 grammi (= 1 pasto), i secondi 10 grammi saranno consumati un’ora più tardi ossia complessivamente a 3 ore dallo svezzamento. Quei suinetti che invece hanno consumato il primo pasto 8 ore dopo lo svezzamento non hanno invece mangiato per la seconda volta in una finestra temporale pari al 50% di tempo in più rispetto alla prima volta, dato che questo sarebbe dovuto avvenire nelle ore notturne (nonostante le luci fossero mantenute accese per le intere 24 ore). Il giorno successivo il comportamento alimentare dei suinetti fu lo stesso con interruzione del consumo nelle ore notturne.
La sorpresa per i ricercatori fu il constatare come i suinetti sin dal giorno stesso dopo lo svezzamento sembravano instaurare un ritmo notte-giorno ben definito quando fino al giorno precedente venivano allattati dalla madre nell’ambito delle intere 24 ore.
Se quanto emerso dalla ricerca in oggetto fosse confermato anche da ulteriori studi, diventa facile comprendere come l’orario di svezzamento assuma un ruolo importante ai fini di incentivare o meno il consumo di mangime, suggerendo come lo svezzamento nelle prime ore della giornata possa essere inteso come strumento per favorire il consumo di alimento.
L’importanza del peso alla nascita
In diversi momenti si è dibattuto della correlazione tra peso alla nascita e/o peso allo svezzamento e performance future. Ebbene, una ricerca effettuata da una nota azienda mangimistica, fornisce un interessante contributo al dibattito non senza introdurre qualche elemento di sorpresa. Infatti, si evidenzia come il peso allo svezzamento sia relativamente importante se lo si analizza al fine di osservare come questo condizioni le performance future (Fig. 1).
Quanto affermato sembra andare a confermare quanto riportato nell’inchiesta francese (vedi box sull’età allo svezzamento in Francia) dove di fatto non si assiste a differenze significative in termini di mortalità, performance in fase di accrescimento, quale che sia l’epoca dello svezzamento e, di conseguenza, il peso. In modo differente invece, si vede come esista una certa correlazione tra peso alla nascita e accrescimento giornaliero: per ogni 100 grammi di peso in più si registrano 15,7 g/giorno in più d’incremento allo svezzamento (Fig. 2). Ma l’aspetto più sorprendente è che il fattore maggiormente in grado di influenzare le performance future dei nostri suinetti sia rappresentato dal consumo di mangime pre-starter in fase di lattazione. Infatti, per ogni 100 grammi in più di consumo di tale mangime, si ha un guadagno di 50 g/giorno in più in termini di incremento giornaliero.
In figura 4 si sommano i differenti aspetti che determinano le performance di accrescimento nel post-svezzamento e si vede come addirittura il 44% della variazione di tali performance sia dovuto al differente consumo di alimento quando il suinetto si trova ancora in sala parto.
Visualizza l'intero articolo pubblicato sulla Rivista di Suinicoltura n. 3/2015