Effetti dei compagni di nidiata in svezzamento

Si sa che la fase dello svezzamento è molto delicata, fonte di stress per i suinetti. Alcuni studi hanno osservato che un’interazione precoce tra diverse nidiate, simile a quella che avviene in natura tra i cinghiali, può alleviarlo

Gli allevatori di suini sanno bene quanto difficile possa essere il periodo dello svezzamento dei suinetti. Questo perché, dal punto di vista dell’azienda, è un momento in cui si verificano spesso problematiche sanitarie (come un aumento di diarree e infezioni) e di benessere (incremento dell’aggressività e delle lesioni cutanee). Lo svezzamento però, è un evento drammaticamente stressante anche per i suinetti stessi, perché comporta un brusco cambio di alimentazione, con il passaggio da liquido a solido, e di ambiente sociale, per la separazione dalla madre e il rimescolamento con altri suinetti sconosciuti.
Sappiamo che in natura, tra i cinghiali, quando la scrofa si isola dal gruppo per costruire il nido e partorire, resta separata per un periodo che va dai 4 fino ai 12 giorni. A seguito di questo periodo, scrofa e nidiata si riuniscono al gruppo. I suinetti di ciascuna nidiata trascorrono la maggior parte del tempo con altri suinetti della stessa età (oltre che con la madre), però annusano e seguono anche suinetti un pochino più grandi di loro. I suini sono animali altamente sociali e hanno una buona consapevolezza della composizione di tutto il gruppo. Verso i tre mesi di vita, inizia lo svezzamento graduale, che dura poi alcuni mesi fino al distacco completo dalla scrofa e soprattutto dall’alimentazione liquida.
In allevamento, la gestione differisce di gran lunga rispetto alle esigenze naturali del suinetto: lo svezzamento, per legge, non deve avvenire prima dei 28 giorni, anche se in qualche caso è consentito già a 21. In alcune realtà, i suinetti sono svezzati a 35 giorni o anche più tardi, ma ovviamente mai dopo i tre mesi di età. Il cambio di alimentazione è quasi sempre brusco, e soprattutto i suinetti incontrano per la prima volta tardivamente soggetti sconosciuti. “Tardivamente” è la chiave di tutto. Come abbiamo visto, in natura i suinetti conoscono soggetti diversi da quelli della loro nidiata entro il dodicesimo giorno di vita, hanno quindi una socializzazione precoce con suinetti della stessa età o più adulti, che è normale e porta molti benefici. Gli stessi che potrebbe portare anche in allevamento.

L'effetto della socializzazione precoce

Come attuare questa socializzazione precoce in un allevamento commerciale? Diverse strategie sono possibili, alcune richiedono cambi strutturali, altre invece solo minimi adattamenti delle strutture. È importante però, capire se tutte le strategie garantiscono lo stesso risultato. L’obiettivo di una socializzazione precoce è quello di abbassare l’aggressività dei suinetti e il conseguente rischio di lesioni, anche gravi. È noto che i suinetti che incontrano presto altri soggetti non solo sono meno aggressivi, ma soprattutto gestiscono più correttamente gli scontri. Questo perché il loro cervello è più plastico grazie alla variabilità di interazioni sociali avute e permette loro di scegliere il comportamento più adeguato. In pratica, a volte, combattere non è conveniente, ma i suinetti inesperti non sanno riconoscere i segnali giusti e iniziano delle lotte che poi li portano a perdere l’incontro o a sprecare energia inutile. Evitare le interazioni agonistiche non è solo un vantaggio per i suinetti, ma lo è anche per l’allevatore, perché come abbiamo detto gli animali che si dedicano ai combattimenti trascurano altre esigenze (come quella di alimentarsi) e si feriscono con conseguente aumento delle infezioni, in un momento in cui già il sistema immunitario è indebolito dallo stress dovuto al cambio di gestione. Un recente lavoro pubblicato nel 2021 (Ji et al., 2021) ha osservato che i suinetti che non erano stati abituati a contatti precoci con altri soggetti (tra i 14 giorni e lo svezzamento a 35 giorni) erano molto più aggressivi nelle 72 ore dopo il rimescolamento, rispetto a quelli che avevano avuto contatti intermittenti (due volte a settimana per 3 ore al giorno dai 14 giorni fino allo svezzamento) e ancor più rispetto a quelli che avevano avuto contatti continuativi con i vicini di nidiata. La socializzazione precoce porta anche vantaggi produttivi: il tasso di conversione alimentare è risultato migliore nei suinetti che erano stati continuativamente in contatto con un’altra nidiata, mentre l’accrescimento giornaliero maggiore in quelli con contatti intermittenti. I parametri fisiologici premiano, tra le strategie, quella dei contatti intermittenti: miglior risposta anticorpale al virus della febbre suina, minor livello di cortisolo (ormone dello stress) e di interleuchine (proteine secrete dal sistema immunitario) e per finire una maggior produzione del fattore neurotrofico cerebrale (una proteina che sostiene la nascita e la differenziazione dei neuroni). Quest’ultimo aspetto è molto interessante, perché il fattore neurotrofico cerebrale aumenta la resilienza degli individui in momenti di stress e favorisce le abilità cognitive e mnemoniche. Gli autori della ricerca concludono affermando che la migliore delle soluzioni consiste nel permettere contatti precoci per il maggior tempo possibile, ma anche i contatti intermittenti sono un’ottima alternativa per migliorare la capacità di adattamento e interazione degli animali.

I suinetti in gruppi di nascita

Soprattutto in Paesi del Nord Europa si stanno diffondendo sistemi di gestazione e parto delle scrofe in gruppo, dove quindi le nidiate di diverse femmine entrano molto precocemente in contatto con altre nidiate. Questi sistemi possono permettere un isolamento momentaneo, molto simile a quello che avviene in natura, ma poi i gruppi si mischiano presto. Un team di ricerca tedesco (Fels et al., 2021) ha studiato le interazioni aggressive nelle prime 24 ore dopo il rimescolamento a seguito dello svezzamento e ha osservato che i gruppi in cui tutti i suinetti erano abituati a contatti precoci con conspecifici sconosciuti erano quelli in cui si verificavano meno lotte e quindi meno lesioni, mentre in quelli in cui i suinetti erano stati sottoposti a rimescolamento tradizionale si registravano più lesioni. L’aspetto più innovativo dello studio però, è che anche i gruppi formati da suinetti precocemente socializzati e altri che invece non avevano avuto contatti con altre nidiate avevano bassi livelli di aggressività e quindi di lesioni. Quindi, l’effetto positivo della presenza di suinetti abituati a interazioni con altri soggetti è evidente e influenza positivamente l’intero gruppo. Inoltre, la maggior parte delle lotte dopo il rimescolamento si verifica nei confronti di suinetti di altre nidiate, ma è noto che uno stravolgimento di ambiente sociale può comportare un cambio di gerarchia anche all’interno della nidiata familiare. Tuttavia, le lotte tra suinetti della stessa nidiata si sono verificate solamente nei gruppi non precocemente socializzati, segno di una instabilità del comportamento sociale.

Gruppi omogenei o
eterogenei per peso?

Abbiamo visto che in natura, quando una nuova nidiata rientra nel gruppo, interagisce soprattutto con i coetanei, ma si avvicina anche a suinetti un po’ più grandi di età. Per motivi commerciali, la routine aziendale dopo lo svezzamento prevede un pareggiamento dei suinetti per pesi omogenei, ma già diversi studi hanno dimostrato come nidiate eterogenee siano più stabili, perché i suinetti riconoscono il loro ruolo all’interno del gruppo (un suinetto piccolo difficilmente andrà a scontrarsi con uno pesante il doppio). Una proposta forse più attuabile arriva da uno studio brasiliano (Morrone et al., 2021), che ha osservato come la presenza di un solo suinetto di 4 mesi tra suinetti svezzati a 21 giorni sia in grado di ridurre l’aggressività dei gruppi durante il rimescolamento. Lo studio è preliminare (solo 96 suinetti e 4 suini di 4 mesi), ma i risultati sono molto interessanti: il suinetto più adulto spesso è intervenuto per interrompere i conflitti, con un ruolo da moderatore molto importante. È noto come i conspecifici più grandi, in diverse specie, possono aiutare i più giovani nell’apprendimento e nel modulare i comportamenti adeguandoli al contesto.

Cosa fare quindi?

Favorire il più possibile le interazioni precoci tra diverse nidiate fornisce ai suinetti degli ottimi strumenti per affrontare adeguatamente gli stress della vita produttiva. Inoltre, sarebbe interessante iniziare a prendere in considerazione di rimescolare le nidiate in maniera eterogenea perché questo somiglia a quanto succede in natura e permette quindi agli animali di esprimere un comportamento normale, favorendo un buon apprendimento.

 

 

Effetti dei compagni di nidiata in svezzamento - Ultima modifica: 2022-04-14T14:52:56+02:00 da Annalisa Scollo

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