Ad ogni suino il suo spazio vitale

spazio
Progettare oggi una porcilaia implica necessariamente considerare diversi fattori, tra questi c’è sicuramente il benessere animale. Il manuale Classyfarm, che delinea le linee guida del ministero della Salute in termini di animal welfare, fa luce anche sui requisiti strutturali al fine di garantire le migliori condizioni di allevamento

Nella progettazione delle strutture edilizie destinate all’allevamento suinicolo è necessario tenere presente parecchi fattori, legati alle esigenze degli animali e del loro benessere.
Da questo punto di vista, il manuale ClassyFarm, emanato dal ministero della Salute e che tratta questi temi, può rappresentare per il progettista un valido e concreto supporto. Nel corposo documento del Minsalute, infatti, troviamo numerosi riferimenti alle caratteristiche specifiche delle strutture di allevamento richieste per garantire il benessere dei capi presenti.

Considerare l’ambiente circostante

Quando si progetta un allevamento suinicolo è importante valutare in prima istanza l’ambiente dove verranno inserite le strutture, in quanto, a esempio, il rumore circostante agli edifici può rappresentare fonte di stress per gli animali. Un rumore continuo, se di intensità troppo elevata, può causare alterazioni comportamentali negli animali e per questo la normativa nazionale stabilisce che i capi allevati non devono essere esposti a rumori continui con soglia uguale o superiore a 85 dBA. Qualora l’azienda sia necessariamente da localizzarsi in prossimità di fonti rumorose continue come strade, ferrovie, aeroporti, è consigliabile dunque, qualora non esista la possibilità di beneficiare di barriere naturali creare barriere artificiali tra le fonti di rumore e gli edifici dell’allevamento.

Dimensionare correttamente in funzione delle esigenze biologiche

Focalizzandoci maggiormente sugli aspetti edilizi e strutturali, per quanto riguarda la progettazione dei locali di stabulazione questa deve attenersi a crismi costruttivi ben precisi che consentano a ogni suino l’adeguato spazio di vita e permettano all’animale di coricarsi, giacere, alzarsi ed accudire sé stesso senza difficoltà nonché di avere una zona pulita e asciutta per il riposo.

spazio vitale del suino

Lo stesso manuale ClassyFarm propone anche un’equazione per dimensionare correttamente, in funzione delle esigenze biologiche, lo spazio di cui ha bisogno ogni capo allevato. Uno spazio specifico dovrà essere riservato, a esempio, ai verri i quali dovranno disporre di almeno 6 mq/capo o, qualora il recinto venga utilizzato per l’accoppiamento, di almeno 10mq. Peraltro, i verri molto spesso sono allevati in recinti individuali per motivi di aggressività ed è necessario, per il loro benessere, che possano comunque avere contatti uditivi, olfattivi e visivi con animali della stessa specie, pertanto il progettista dovrà prevedere al riguardo delle piccole aperture tra i box, per mezzo di grate divisorie.
Esistono parametri specifici che permettono di dimensionare correttamente anche l’allevamento in gruppo delle scrofe, affinché sia adeguato alla normativa. Tenendo conto del numero medio di posti in gabbie di gestazione, del numero medio di posti in gabbie parto e di posti scrofa in recinti è possibile verificare la capienza media di ogni reparto di allevamento garantendo lo spazio minimo per animale allevato in gruppo.

Pavimenti confortevoli

Per quanto riguarda le pavimentazioni dei locali di stabulazione è fondamentale che queste siano il più possibile a superficie piena, perché i pavimenti totalmente fessurati o scivolosi rappresentano un alto fattore di rischio per gli animali.
Le superfici devono essere progettate – come anche prescritto dal manuale ClassyFarm – per essere gestite in modo da non causare lesioni agli animali e realizzate con materiali che non risultino essere nocivi per i suini; e possano infine essere accuratamente puliti e disinfettati.
La scelta della tipologia di materiale per il pavimento, e l’area compresa tra i muri e il pavimento deve consentire le operazioni di lavaggio e disinfezione in maniera efficace, dunque queste superfici devono risultare lisce e impervie, in maniera da facilitare il drenaggio e la pulizia dei liquidi di lavaggio.

spazio vitale del suino
I materiali utilizzati per le pavimentazioni devono necessariamente essere di qualità adeguata e scelti in virtù della tipologia di capo allevato. Negli allevamenti suinicoli i pavimenti sono soggetti a un continuo “insulto fisico-chimico”, come si dice nel manuale, e questo spesso ne comporta l’usura fino a causare, in alcuni punti, la perdita d’integrità dei materiali stessi che espone gli animali a possibili lesioni.
Il materiale, in ogni caso, non dovrà essere né troppo scivoloso né troppo abrasivo per evitare che i suini restino vittime di zoppie o di lesioni cutanee.
Ancora, il pavimento potrà essere pieno, fessurato (in calcestruzzo), parzialmente fessurato (in calcestruzzo) e grigliato (metallico o materiale plastico) anche in base alla tipologia di box presenti. Inoltre, la progettazione delle pavimentazioni dovrà attenersi a standard dimensionali precisi: ad esempio in caso di pavimentazione fessurata o parzialmente fessurata in calcestruzzo è necessario verificare se travetto e fessura rispettano la normativa vigente per la categoria di suino allevata in quel locale; la presenza di altri materiali non richiede il rispetto delle misure.
Una Direttiva Ce stabilisce inoltre, per le scrofette dopo la fecondazione e le scrofe gravide, che una parte della superficie a disposizione degli animali sia costituita da pavimento pieno continuo per almeno: 0,95 mq per ogni scrofetta; e 1,30 mq per ogni scrofa. Il pavimento totalmente fessurato non può essere usato, tuttavia è ammesso un pavimento continuo con delle aperture di scarico che non eccedano del 15%.

Parametri microclimatici

Oltre all’adeguata progettazione delle pavimentazioni ci sono altre caratteristiche molto importanti che vincolano la programmazione delle strutture dal punto di vista edilizio, tra queste la temperatura e l’umidità relativa degli ambienti di stabulazione.
Si tratta di aspetti di particolare rilevanza se si tiene conto che i suini presentano difficoltà nel processo di termoregolazione in quanto hanno ghiandole sudoripare in numero ridotto e una bassa volemia. Proprio per questo, in presenza di alte temperature accompagnate da un’elevata umidità relativa, i suini possono andare incontro a stress termico cercando di proteggersi modificando il loro comportamento. Così allo stesso modo le basse temperature risultano dannose per i soggetti giovani soprattutto quando vengono stabulati in ambienti non correttamente isolati.
Indicativamente le temperature comfort in relazione alla categoria di peso risultano comprese tra 24-29°C per i capi di peso tra i 5-14 kg e 10-21°C sopra gli 82 kg ovvero i suini a finissaggio e riproduttori, mentre per quanto riguarda l’umidità relativa la percentuale ideale per tutti i capi allevati va dal 50 al75%.
Quindi per una corretta progettazione degli ambienti di stabulazione si tenga conto che le condizioni microclimatiche devono essere ottimali e garantite, a esempio, oltre che da strutture idoneamente coibentate, da impianti di riscaldamento o raffrescamento gestiti da sistemi automatici di ventilazione con regolazione in base alle condizioni di temperatura e umidità relativa, oppure garantite da ventilazione naturale con sistemi di controllo di apertura e chiusura finestre con sonde di temperatura.

Leggi l'articolo completo sulla Rivista di Suinicoltura n. 11 2020!

 

Ad ogni suino il suo spazio vitale - Ultima modifica: 2020-12-18T11:13:58+01:00 da Lucia Berti

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome