Risulta in calo, a gennaio, la redditività degli allevatori italiani per il ciclo chiuso, l’indice Crefis a livello congiunturale segna infatti -6,7%, e anche la variazione tendenziale risulta negativa e pari a -3,3%.
La principale causa di questa flessione è stata la diminuzione del prezzo dei suini da macello pesanti destinati al prodotto tutelato, che hanno perso il 6,3% su base mensile, fermandosi a 1,977 euro/kg (-6% su base annua), associata a un lieve aumento dei costi per l’alimentazione suina.
Anche la redditività della fase di ingrasso del ciclo aperto ha risentito del ribasso delle quotazioni dei suini da macello pesanti, segnando una riduzione del 3,3% rispetto al mese precedente (-0,9% su base annua), nonostante un costo inferiore per l’acquisto dei suinetti a inizio ciclo produttivo.
In controtendenza, la redditività della fase di scrofaia ha registrato un miglioramento a gennaio, con un incremento del 7,4% rispetto al mese precedente, pur rimanendo inferiore del 3,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Questo risultato è stato favorito dall’aumento dei prezzi dei suinetti da 7 kg, saliti, a gennaio, del 7,8% su base mensile fino a raggiungere i 75,570 euro/kg, sebbene la variazione tendenziale resti negativa (-4,6%).
Anche la fase di svezzamento ha mostrato una crescita della redditività nel mese di gennaio, con un aumento del 3,3% su base congiunturale, anche se il confronto con l'anno precedente indica una riduzione del 6,7%. Questo risultato è stato supportato dall'incremento del prezzo dei suini da 40 kg (+3,9% la variazione su base mensile), che ha raggiunto 2,949 euro/kg. Tuttavia, la variazione tendenziale per questa categoria di animali resta negativa (-14,2%).
Tab. 2 - Prezzi suini italiani: gennaio 2025 | |||
Cun suini e suinetti |
Medie mensili (euro/Kg) | Variazioni % | |
gennaio 2025 | gen. 2025/ dic. 2024 | gen. 2025/ gen. 2024 | |
Suini da macello - circuito tutelato | |||
144-152 kg | 1,887 | -6,6 | -6,4 |
152-160 kg | 1,917 | -6,5 | -6,3 |
160-176 kg | 1,977 | -6,3 | -6,1 |
Suini da macello - circuito non tutelato | |||
90-115 kg | 1,621 | -7,2 | -8,3 |
144-152 kg | 1,681 | -6,9 | -8,0 |
152-160 kg | 1,711 | -6,8 | -7,9 |
160-176 kg | 1,771 | -6,6 | -7,6 |
Suinetti | |||
7 kg (euro/capo) | 75,570 | 7,8 | -4,6 |
30 kg | 3,659 | 5,5 | -11,1 |
40 kg | 2,949 | 3,9 | -14,2 |
Fonte: elaborazioni Crefis su dati Cun suini da macello e da allevamento |
Macellazione
Per quanto riguarda il settore della macellazione, gennaio ha visto un miglioramento della redditività, con una crescita del 2,1% su base congiunturale e del 6,7% su base annua, grazie alla riduzione del costo di acquisto dei suini da macello e nonostante il fatto che i prezzi delle carni fresche abbiano mostrato andamenti in flessione. Le cosce fresche pesanti destinate a produzioni tipiche hanno fatto registrare un calo mensile del 2,9%, attestandosi a 6,132 euro/kg (+1,5% la variazione annua), mentre le cosce fresche pesanti per prodotti non tipici hanno subìto una riduzione dell'1,9%, fermandosi a un valore di 4,992 euro/kg (+0,6% la variazione tendenziale). Anche i prezzi dei lombi sono diminuiti, con il taglio Padova che ha raggiunto i 4,040 euro/kg (-9,2% rispetto al mese precedente) e il taglio Bologna attestatosi a 3,940 euro/kg (-11,5% sempre su base mensile). Le variazioni tendenziali sono state positive per il taglio Padova (+1,6%) e negative per quello Bologna (-1,5%).
Stagionatura
Nel comparto della stagionatura, la redditività congiunturale dei prosciutti dop stagionati 12 mesi è aumentata dell'1,1%, mentre le produzioni non dop hanno subìto una lieve flessione dello 0,8%. Questa dinamica ha ridotto il divario di redditività tra le due categorie, che però continua a essere a favore del prosciutto non tutelato, con un gap pari al +9,7% rispetto al tutelato.
Infine, sul mercato, le quotazioni del Prosciutto di Parma stagionato 12 mesi si sono mantenute stabili a 10,650 euro/kg ma con una variazione tendenziale negativa del 2,1%. Al contrario, il prosciutto pesante non tipico, in gennaio, ha subìto una leggera battuta d’arresto con un calo mensile dello 0,8%, pur mantenendo livelli superiori rispetto allo stesso periodo del 2024 e facendo registrare una variazione tendenziale del +14,6%.
Fattori della produzione
In gennaio i prezzi di mais e orzo sono cresciuti sia su base congiunturale che tendenziale. Un aumento rispetto a dicembre ha interessato anche le quotazioni della soia (ad eccezione di quella Brasiliana e CIF Rotterdam), con valori che restano comunque al di sotto dei livelli di inizio 2024.
Nell’ultimo mese a Milano il prezzo del mais nazionale contratto 103 è salito a 237,0 euro/t, in aumento del +5,5% rispetto al mese precedente, così come un aumento ha interessato le quotazioni del prodotto nazionale con caratteristiche (+3,7%) e di quello di provenienza comunitaria (+5%), scambiati rispettivamente a 251,0 euro/t e 259,7 euro/t. Variazioni congiunturali positive sono state registrare anche sul mercato francese (+3,5%) e su quello USA (+6,8%), con valori medi mensili rispettivamente di 219,3 euro/t e 167,9 euro/t. Positive tutte le variazioni tendenziali con valori dal +6% al +13%.
Nell’ultimo mese il prezzo della soia di provenienza nazionale è salito a 430,5 euro/t (+1%), mentre la quotazione del prodotto di provenienza estera si è fermata a 442,0 euro/t (+3%).
In aumento anche i prezzi della soia Usa (+5%) scambiata a 3432,7 euro/t. In controtendenza, invece, il prezzo della soia brasiliana e di quella CIF Rotterdam che hanno subito cali congiunturali del -4,1% e -0,9%, pe valori rispettivamente pari a 346,4 euro/t e 387 euro/t. Restano negative tutte le variazioni tendenziali con valori dal -10% al -23%.
Nell’ultimo mese, sul mercato nazionale, i prezzi dell’orzo sono aumentati sia per il prodotto nazionale (+4,4%) che per quello di provenienza comunitaria (+2,6%) con valori rispettivamente di 253,1 euro/t e 266,0 euro/t. Aumenti congiunturali hanno interessato anche il mercato francese (+2,5%) e l’orzo del Mar Nero (+2,7%) che hanno raggiunto valori rispettivamente di 214,9 euro/t e 210,8 euro/t. Le variazioni tendenziali sono risultate tutte positive con valori dal +7% al +18%.
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sulla Rivista di Suinicoltura n. 3/2025
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