Il manuale esplicativo per valutare il benessere/4

Dopo i tre articoli pubblicati nei mesi scorsi sulla Rivista di Suinicoltura con l’intenzione di spiegare in cosa consiste il documento targato Classyfarm, ecco anche il quarto. Si parla degli addetti e della loro formazione professionale

Un importante capitolo del manuale elaborato dal ministero della Salute nell’ambito del progetto Classyfarm, dedicato ai veterinari ma di grande interesse anche per gli allevatori, riguarda il personale che lavora negli allevamenti suinicoli. Ecco perché il corposo documento (che ufficialmente si chiama “Valutazione del benessere animale nella specie suina: manuale esplicativo controllo ufficiale”) tratta sia del numero degli addetti che della loro formazione professionale.

In questo senso il manuale, anche prendendo spunto dalla legislazione vigente in materia, prevede che il numero di addetti in un allevamento – e rispetto ai suini presenti – debba essere sufficiente, e cioè in modo tale “da garantire la salute e il benessere per tutti gli animali”.
Vengono così elencati i parametri di riferimento che i veterinari devono riscontrare nel momento della visita ispettiva.

Nella fase di riproduzione

el caso della fase di riproduzione, si ha “numero non sufficiente” di addetti qualora si rilevi indicativamente un operatore per più di 400 scrofe presenti; “numero sufficiente” di addetti se c’è un operatore per 200-400 scrofe presenti; numero di addetti “superiore al requisito previsto” se, sempre indicativamente, si riscontra un operatore per meno di 200 scrofe presenti. C’è da aggiungere che dunque negli allevamenti di suini da riproduzione si giudica accettabile il rapporto di un addetto per meno di 400 scrofe totali e ottimale quello di un addetto per meno di 200 scrofe totali, presenti il giorno della visita. Tuttavia, esistendo da tempo diversi livelli di automazione delle normali procedure di allevamento, l’espressione del giudizio necessita di una valutazione globale tenendo conto dell’effettiva attività di cui l’operatore deve farsi carico.

Nella fase di svezzamento-ingrasso

Per quanto riguarda la fase di svezzamento-ingrasso, bisogna innanzitutto distinguere quelli che il manuale classifica come siti 2 e siti 3. I primi consistono nelle aziende in cui sono presenti suini in accrescimento fino alla fine dello svezzamento e/o magronaggio, destinati ad allevamenti da ingrasso o ad allevamenti da riproduzione; indicativamente dai 6 ai 35 kg. I secondi sono rappresentati dalle aziende in cui sono presenti suini in accrescimento dalla fase dello svezzamento e/o magronaggio, fino alla fine del ciclo produttivo, destinati esclusivamente alla macellazione; indicativamente superiori ai 35 kg.

Precisato questo, i parametri elencati nel manuale Classyfarm per la fase di svezzamento-ingrasso con riferimento al numero di addetti sono: “numero non sufficiente” se indicativamente si osserva un operatore per più di 4000 animali presenti al momento della visita per i siti 3 e 3000 per i siti 2; “numero sufficiente” di addetti se è presente un operatore per 2000-4000 animali presenti al momento della visita per i siti 3 e 1500-3000 per i siti 2; numero di addetti “superiore al requisito previsto” se si riscontra un operatore per meno di 2000 animali presenti al momento della visita per i siti 3 e 1500 per i siti 2.

Infine, vengono riferiti i parametri relativi agli allevamenti di suini da ingrasso, per i quali indicativamente si giudica accettabile il rapporto di un addetto per meno di 4000 capi totali per i siti 3, 3000 per i siti 2 e ottimale quello di un addetto per meno di 2000 capi totali per i siti 3 o 1500 per i siti 2.

benessere animale
Il manuale non manca di specificare – anche a beneficio degli allevatori – che per “addetto” si deve intendere colui che lavora in allevamento a tempo pieno (che corrisponde a una persona) o parziale (minimo mezza giornata, che corrisponde a mezza persona) per svolgere le “operazioni di alimentazione e cura degli animali e degli ambienti, escludendo gli operatori che lavorano esclusivamente nei campi”.

Formazione degli addetti

Per garantire la salute e il benessere a tutti gli animali, non basta valutare il numero degli addetti ma va considerata la loro capacità di operare correttamente, tanto che il manuale del MinSalute recita che “Gli animali sono accuditi da un numero sufficiente di addetti aventi adeguate capacità, conoscenze e competenze professionali”. Ma come valutare queste capacità e conoscenze? Attraverso la formazione professionale del personale addetto agli allevamenti suinicoli. In questo ambito, la formazione risulta adeguata “quando tutto il personale ha ricevuto istruzioni pratiche e almeno il detentore (o suo delegato) ha cinque anni di esperienza nel settore per quanto riguarda i reparti dello svezzamento-ingrasso (10 anni di esperienza per i riproduttori) o possiede un titolo di studio inerente”.

Ma non basta, perché il manuale indica come “requisito basilare” la frequentazione – da parte del detentore o un di suo delegato o del proprietario – di un corso di formazione in materia di benessere del suino.

Si parla invece di “capacità e conoscenze non adeguate” se si riscontra una esperienza minore di cinque anni per il settore svezzamento-ingrasso (10 anni per i riproduttori) o nessun titolo formativo e “nessun corso di formazione inerente e presenza anche di un solo addetto agli animali senza nessuna istruzione pratica ricevuta”.

Visite degli animali

Per garantire le buone condizioni di vita dei suini allevati – il tema di fondo di cui si occupa il manuale “Valutazione del benessere animale nella specie suina: manuale esplicativo controllo” – devono tra le altre cose essere previste visite e ispezioni continue ai capi allevati da parte del personale addetto.

In questo senso il manuale indica che: “Tutti gli animali tenuti in sistemi di allevamento, il cui benessere richieda un’assistenza frequente dell’uomo, sono ispezionati almeno una volta al giorno”.

E dunque, il documento, rispetto alle visite effettuate nei capannoni considera sufficienti una visita al giorno, ma per una corretta ispezione si deve intendere che tutti gli animali “vengano osservati e valutati in funzione dello stato di benessere”. Sono peraltro importanti anche le condizioni in cui avviene la visita degli addetti: “L’intensità luminosa e la durata del periodo di luce dovrebbero permettere agli operatori di ispezionare adeguatamente tutti gli animali; in aggiunta, dovrebbe essere presente un’illuminazione fissa o mobile che consenta di controllare gli animali in qualsiasi momento, anche di notte”.

Gestione dei gruppi

Un fattore che consente buone condizioni di vita per i suini in allevamento passa per l’affinità dei gruppi di animali. Infatti nel manuale si afferma che “i suini devono essere allevati in categorie omogenee per evitare situazioni ove le caratteristiche fisiche dell’animale ostacolino la salute e il benessere dei soggetti di differente categoria”. Si tratta di una pratica peraltro conosciuta da molto tempo, tanto che classicamente nell’allevamento suino gli animali sono divisi in gruppi omogenei per sesso, età e categoria (verri, scrofe e scrofette, suinetti lattonzoli, suinetti svezzati e suini all’ingrasso).

In questo ambito, il manuale Classyfarm indica che il criterio risulta sufficiente nel caso che i suini allevati in ambiente intensivo siano suddivisi per gruppi omogenei; mentre è insufficiente nel caso in cui i suini siano allevati con una commistione indiscriminata in un ambiente intensivo (esempio: svezzati nello stesso box con suini grassi) senza l’evidenza di una comprovata necessità. Peraltro, quando i suini sono tenuti in gruppo occorre prendere misure per evitare lotte che vadano oltre il comportamento normale. Da questo punto di vista, si considerano adeguate le procedure atte a evitare comportamenti aggressivi; e tra queste procedure si indicano, a titolo di esempio, la formazione dei gruppi nelle ore serali, l’utilizzo di sostanze odorose vaporizzate, l’aggiunta di alimento all’entrata del box, la presenza di materiale manipolabile in quantità maggiore o di diversa tipologia rispetto al normale e infine, ma solo in casi eccezionali e dietro prescrizione veterinaria, l’utilizzo di sostanze tranquillanti.

Il manuale esplicativo per valutare il benessere/4 - Ultima modifica: 2020-01-23T10:08:00+01:00 da Lucia Berti

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