Suini a coda integra, cosa si osserva al macello

coda
Il monitoraggio effettuato al macello può fornire informazioni utili sulla situazione in allevamento e sulle caratteristiche delle carcasse di suini allevati con coda non tagliata

Tutte le pratiche effettuate negli allevamenti di suini che determinano dolore come il taglio della coda, la castrazione o la limatura dei denti, sono oggetto di pesanti critiche da parte dell’opinione pubblica. Questa attenzione è anche legata a numerose campagne di sensibilizzazione attuate da associazioni di protezione animale che si sono intensificate in particolare negli ultimi anni. Le mutilazioni zootecniche sono effettuate negli allevamenti principalmente per risolvere problemi gestionali ma comportano anche una modificazione del corpo dell’animale e possono indurre dolore e/o sofferenza. L’Unione Europea, anche per rispondere alle istanze dei cittadini, ha sempre posto grande attenzione al benessere animale e nello specifico al tema delle mutilazioni. Questa attenzione si è resa manifesta con la produzione di normativa specifica, di pareri tecnici elaborati dall’Agenzia europea per la Sicurezza alimentare (Efsa) e pronunciamenti della Commissione europea (Raccomandazione 2016/336).

La normativa relativa alla protezione degli animali in allevamento (D.LGS. 146/2001, attuazione della direttiva 98/58/Ce) e quella riferita nello specifico ai suini (direttiva 2008/120/Ce, recepita con D. lgs. 7 luglio 2011) prevedono che il mozzamento della coda come pure la riduzione degli incisivi dei lattonzoli non devono costituire operazioni di routine, ma devono essere praticati soltanto ove sia comprovata la presenza di ferite ai capezzoli delle scrofe o agli orecchi o alle code di altri suini. È previsto inoltre che prima di effettuare tali operazioni si debbano adottare, a scopo di prevenzione, misure intese ad evitare le morsicature delle code e altri comportamenti anormali tenendo conto delle condizioni ambientali e della densità degli animali. Il taglio della coda è utilizzato infatti per prevenire un disturbo comportamentale, ma non agisce sulle cause che lo determinano in sistemi di allevamento intensivo.

La piena applicazione di questa normativa in riferimento al taglio della coda, complica notevolmente le pratiche di allevamento essendo il fenomeno della morsicatura della coda molto spesso imprevedibile dato che la sua espressione è condizionata da diversi fattori, alcuni intrinseci all’animale (età, sesso, razza), altri di carattere ambientale (microclima e qualità dell’aria nella stalla) altri ancora più gestionali (densità, modalità di alimentazione, piano alimentare). In questo contesto anche una minima variazione nel management degli animali può portare a una esplosione di fenomeni di morsicatura difficilmente controllabili, soprattutto tra il terzo ed il quarto mese di vita del suino.
L’attenzione quindi degli allevatori, dei veterinari, dell’assistenza tecnica è indirizzata a cercare anche sulla base delle indicazioni della ricerca, di creare le condizioni nell’intero ciclo di allevamento per prevenire la morsicatura anche nei suini con coda non tagliata.

Le osservazioni al macello

codaUn osservatorio privilegiato per verificare come stanno andando le cose negli allevamenti quando non si effettua il taglio della coda è sicuramente il macello, dove è possibile controllare in modo sistematico un elevato numero di suini registrando non solo le lesioni della coda ma anche sulle altre parti del corpo e incrociare questi dati con quelli relativi alla valutazione degli organi interni (fegato, polmone, stomaco) e di qualità delle cosce.

La morsicatura della coda infatti è certamente un problema di benessere animale, ma ha anche ricadute di tipo economico riconducibili alle performance di crescita e di qualità della carcassa. Nel caso dell’allevamento del suino pesante se il problema interessa la coscia la questione è ancora più rilevante per il valore commerciale che questa riveste.

Sulla base di questi presupposti, presso il macello Opas Coop di Carpi (Mo), per un periodo di 9 mesi (gennaio - settembre) con visite bisettimanali sono state valutate 525 partite di suini delle quali 83 con suini a coda non tagliata (15,8%). Le partite provenivano da 208 allevamenti e per ciascun allevamento sono state in media valutate di 2,6 partite. Tre veterinari esperti del gruppo di suiatri Suivet, posizionati in diversi punti della catena di macellazione, hanno applicato una check- list basata su un sistema a punteggi per registrare presenza e gravità delle lesioni a livello della coda, delle orecchie e della cute (riconducibili a fenomeni morsicatura) e a livello dei polmoni, del fegato e dello stomaco. La valutazione delle lesioni esterne della carcassa è stata molto accurata per poter stimare in modo indiretto i fenomeni di aggressività che si manifestano sia in allevamento (lesioni croniche ossia visibili ma in parte rimarginate) come pure durante le fasi di movimentazione e trasporto (lesioni con sangue fresco). Anche la localizzazione di queste lesioni esterne della carcassa (orecchie, coda, parte anteriore o posteriore del corpo), è di grande interesse per capire come si sono sviluppati i fenomeni di morsicatura in caso di coda tagliata o no.

A queste valutazioni di carattere più veterinario sono state associate informazioni relative ai difetti osservati sulle cosce delle stesse partite rilevate dagli esperti del macello. I difetti registrati hanno riguardato le venature, le cotenne rosse, la grassinatura, i segni di Pse, lo spessore del grasso di copertura, nonché traumatismi come l’anchetta rotta, gli ematomi, i segni di morsicatura, e gli strappi.

L’analisi dei dati raccolti in questo studio evidenzia in primo luogo come il problema delle lesioni alla coda riguardi esclusivamente le partite di suini con coda lunga (non tagliata), interessando in media il 44% dei capi controllati con questa caratteristica (tabella 1). Tra questi animali, il 27,3 % presenta lesioni gravi e croniche e pertanto riconducibili a una fase di allevamento non recente. Studi effettuati in Italia sul suino pesante avevano infatti già evidenziato che la fase più critica per la manifestazione di fenomeni di morsicatura riguardassero soprattutto la fascia di età compresa tra il terzo e il quarto mese di vita del suino. Questo tuttavia non esclude la possibilità che eventi di morsicatura si possano presentare anche in prossimità della macellazione quando i suini vengono esposti a degli eventi stressanti collegati alla movimentazione, al trasporto o ad un certo grado di rimescolamento. L’ipotesi è confermata dalla presenza anche di lesioni recenti di una certa rilevanza, da moderate a gravi(tabella 1).

Tab. 1 - Percentuale media di code con lesioni in relazione al fatto che la coda sia tagliata o no
coda tagliata coda lunga Significatività statistica
Nessuna lesione 100 56 0
Lesione moderata e recente 0 8,8 0
Lesione moderata e cronica 0 0,9 0
Lesione grave e recente 0 7,2 0
Lesione grave e cronica 0 27,3 0
Presenza di lesioni alle orecchie 9,6 4,6 0,001

Per contro, nelle partite di suini con coda tagliata si osserva una maggiore percentuale di soggetti con segni di morsicatura alle orecchie (9,6 contro il 4,6%). Questo è un risultato atteso, perché è noto dalla letteratura scientifica un effetto di sostituzione, ossia la ricerca di un ulteriore punto debole (coda e orecchie sono le parti più facili da colpire) sul quale esercitare dapprima il “gioco” e poi l’aggressività.

Per quanto riguarda invece le lesioni presenti sulle altre parti del corpo (tronco, parte anteriore e posteriore) non si sono osservate differenze significative in termini di percentuale di animali colpiti tra partite di suini a coda intera o tagliata, a conferma del fatto che sono principalmente coda e orecchie i siti più interessati alla morsicatura.
Se prendiamo in esame le lesioni degli organi interni (polmone, fegato e stomaco) si osserva nelle partite dei suini a coda lunga una maggiore frequenza di lesioni gravi al polmone (tabella 3) misurabile anche con un punteggio medio per partita controllata più elevato. Il fenomeno è verosimilmente associato proprio alla presenza, nelle partite di animali a coda lunga, di maggiore frequenza di lesioni alla coda.

In caso di morsicatura infatti, una delle conseguenze più note in allevamento come in bibliografia è l’infezione che si instaura non solo a livello locale, ma anche a livello sistemico. Infatti, la lesione alla coda non è altro che una porta di accesso di patogeni dall’esterno verso l’organismo; talvolta, se l’infezione raggiunge il circolo sanguigno, può arrivare anche in distretti molto lontani dalla coda e dalla sua lesione. In particolare, gli organi più colpiti sono quelli maggiormente irrorati di sangue o con un flusso maggiore, in primis il polmone. Purtroppo, un dato mancante della presente ricerca, è la rilevazione di ascessi lungo la colonna vertebrale, anch’essi strettamente correlati con una infezione ascendente partita dalla coda.

Tab. 2 - Percentuale media di lesioni osservate in diverse parti della carcassa (anteriore, tronco , posteriore) in relazione in relazione al fatto che la coda sia tagliata o no
coda tagliata coda lunga  Significatività statistica
Parte Anteriore del corpo
assenza di lesioni 80,1 74,8 No
lesione lieve 15,4 18,9 No
lesione grave 4,5 6,4 No
Tronco
assenza di lesioni 85,3 82 No
lesione lieve 12,2 12,3 No
lesione grave 3,2 4,8 No
Parte posteriore del corpo
assenza di lesioni 77,5 75,5 No
lesione lieve 18,1 20,2 No
lesione grave 3,2 3,6 No

 

Tab. 3 - Percentuale e punteggi medi di lesioni rilevate in polmoni, fegati e stomaci in relazione al fatto che la coda sia tagliata o no
coda tagliata coda lunga Significatività statistica
Lesioni del polmone:
nessuna lesione 59,4 54,4 0,017
presenza di lesioni gravi 6,6 9,2 0,006
Punteggio medio 1,12 1,44 0,001
Lesioni del fegato:
lesioni gravi 5,4 4,1 0,021
lesioni complessive 17,8 14,2 0,004
Punteggio medio 1,23 1,18 0,005
Ulcere dello stomaco:
Presenza di ulcere da lievi a gravi 20,3 26,1 0,006
Punteggio medio 1,13 1,22 0,03

L’osservazione dei fegati

Controverso invece sembra il risultato ottenuto dall’osservazione dei fegati, che sembrano presentare meno lesioni negli animali a coda lunga rispetto a quelli a coda tagliata.
Tuttavia, va sottolineato che le lesioni riscontrate sono di tipo parassitario, e non infettivo. Le aziende che decidono di interrompere il taglio della coda fanno più spesso parte di filiere nelle quali è richiesta una maggiore attenzione manageriale a diversi aspetti, tra cui anche quella della prevenzione delle parassitosi. Dunque, se da un lato l’aumento delle lesioni alla coda in queste filiere è espressione di una difficoltà gestionale che richiede ancora degli sforzi per trovare un equilibrio, dall’altro la riduzione delle lesioni al fegato conferma questa maggiore attenzione che, nel caso delle parassitosi del fegato, è un risultato facilmente ottenuto tramite interventi antiparassitari.

Conclusioni

Il monitoraggio effettuato al macello ha prodotto informazioni utili sulla situazione in allevamento e sulle caratteristiche delle carcasse di suini allevati con coda non tagliata. Se da un lato la buona notizia è che l’eventuale morsicatura della coda non provoca problematiche gravi nella coscia, purtroppo i risultati sembrano indicare che c’è ancora molto lavoro da fare per ridurre il fenomeno della morsicatura della coda, più evidente nelle partite di animali a coda lunga. Per le aziende con manifeste problematiche di morsicatura sarà quindi necessario continuare a lavorare ancora su numeri limitati di suini con coda lunga per consentire al personale di allevamento di consolidare una maggiore esperienza nella gestione di questa tipologia di animali.

Suini a coda integra, cosa si osserva al macello - Ultima modifica: 2021-05-24T11:54:28+02:00 da Mary Mattiaccio

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