Dal momento in cui i servizi veterinari ufficiali della Germania il 10 settembre scorso hanno notificato il primo caso di Peste suina africana (Psa) a circa 7 km dal confine con la Polonia, nel distretto di Spree-Neiße nello stato federale di Brandeburgo (leggi l'articolo), le autorità tedesche hanno condotto un'intensa attività di ricerca al fine di prevenire la diffusione di questa grave malattia.
Sono stati rilevati 38 casi di cinghiali infetti, trovati morti, o che presentavano sintomi compatibili con la malattia, all’interno del distretto di Spree-Neiße e nel vicino distretto di Oder-Spree (entrambi nello stato federale di Brandeburgo) e un caso segnalato il 30 settembre scorso dai servizi veterinari ufficiali tedeschi all’interno del distretto di Maerkisch-Oderland, nella parte orientale dello stato federale di Brandeburgo, ad appena un chilometro dal confine con la Polonia.
Questo nuovo caso di Peste suina africana è stato rilevato ad una distanza di circa 30 km a nord dei precedenti e al di fuori dell'area infetta soggetta a vincoli sanitari che erano stati inizialmente delimitati.
Per quanto riguarda invece gli allevamenti di suini domestici tedeschi, ad oggi, nessun caso di Psa è stato segnalato.
Misure aggiuntive per sconfiggere la Peste suina africana
Di fronte al nuovo caso di Psa rilevato nel distretto di Maerkisch-Oderland, il governo tedesco ha deciso di ampliare i confini dell'area considerata infetta, includendo questo nuovo territorio, ed estendere la ricerca di cinghiali morti e infetti al fine di prevenirne la diffusione.
Verranno inoltre mantenute tutte le misure che erano state adottate all’interno della zona infetta. Tra queste:
- la ricerca di carcasse di cinghiale;
- il divieto di cacciare tutte le specie animali;
- la limitazione dell'accesso di personale non autorizzato alle aree boschive nelle aree a maggior rischio;
- il divieto di lavoro agricolo;
- l'allontanamento dei cinghiali da parte di personale autorizzato;
- l'installazione di un centro per la raccolta e lo smaltimento controllato delle carcasse di cinghiale;
- l’analisi dei campioni di cinghiali trovati morti (compresi quelli uccisi in incidenti stradali);
- il divieto di commercializzazione della carne di cinghiale proveniente dalla zona infetta;
- il divieto di tenere i cani liberi;
- ispezione clinica e misure di biosicurezza in tutti gli allevamenti di suini nella zona infetta;
- il divieto di allevare suini allo stato brado, nonché il divieto di utilizzare fieno e paglia per l'alimentazione dei suini.
Allo stesso modo, verranno analizzati campioni di tutti i suini malati o morti negli allevamenti e saranno effettuati maggiori controlli negli allevamenti i cui proprietari sono cacciatori.