Il settore delle carni fresche e dei salumi è stato sotto i riflettori della prima edizione del Meat Summit, uno dei Progetti Filiere di Tecniche Nuove, che si è tenuto a Milano lo scorso 16 ottobre.
Il format dell’evento, come anticipa il nome, ha coinvolto l’intera filiera, con oltre 30 aziende di allevamento e consorzi, 20 salumifici, una quarantina di industrie di trasformazione e lavorazione, mangimisti, tecnici, veterinari, mondo retail, responsabili qualità, category e buyer. Il Meat Summit si è posto l’obiettivo di creare piattaforme di dialogo costante tra gli operatori delle singole filiere, per rafforzare il sistema e favorire le politiche a salvaguardia della sostenibilità sociale, ambientale ed economico.
Sono stati molti i temi affrontati con contenuti ad hoc e molte le opportunità di confronto tra produzione, trasformazione e distribuzione, come quello della sostenibilità e della questione degli antibiotici in allevamento.
Coop e la sua campagna per ridurre gli antibiotici
Marco Pedroni, presidente di Coop Italia ha sottolineato l’impegno che Coop Italia ha avuto nella diminuzione dell’uso degli antibiotici «la campagna per ridurre, fino all’abolizione, l’uso degli antibiotici in allevamento degli animali da reddito è stata molto importante.
È una campagna che soprattutto guarda al tema di sostenibilità dal punto di vista della salute pubblica, in quanto permette di ridurre la presenza degli antibiotici nei terreni e nelle acque per contrastare il fenomeno dell’antibiotico resistenza. Siamo partiti due anni e mezzo fa insieme ai produttori e agli allevatori; abbiamo chiesto loro uno sforzo, abbiamo lavorato tanto insieme a loro per riuscire in tempi rapidi, e ci siamo riusciti ad abolire gli antibiotici nel pollame e poi successivamente a ridurlo drasticamente nell’allevamento dei suini e dei bovini. Dopo due anni e mezzo possiamo dire che l’uso degli antibiotici nelle nostre filiere è diminuito del 90%. Questo è importante perché molti dei nostri partner sono poi anche aziende che hanno loro prodotti a marchio e stanno sviluppando questa soluzione senza antibiotici anche per i loro prodotti».
Assica: un problema per macellatori e trasformatori
Il direttore di Assica, Davide Calderone, ha sottolineato che sebbene non riguardi strettamente l’Associazione, in quanto Assica rappresenta i macellatori e i produttori di salumi e non gli allevatori, il tema degli antibiotici è molto sentito.
«Occorre precisare che l’utilizzo degli antibiotici nella cura degli animali è fatto esclusivamente per scopi terapeutici. Si curano gli animali ammalati in quanto questa è una necessità di tipo etico e sanitario. Nessun allevatore darebbe il farmaco a un animale sano, in quanto sarebbe un ulteriore costo da sostenere, peraltro inutile. Per quanto riguarda eventuali residui di farmaci nella carne, questo è un rischio totalmente inesistente in quanto il rispetto dei tempi di sospensione garantisce l’assenza degli stessi negli alimenti di origine animale. I risultati altamente soddisfacenti del Piano Nazionale Residui (Pnr) del ministero della Salute sono lì a testimoniarlo».
Inalca, sempre più attenti al consumatore
Giovanni Sorlini, responsabile qualità, sicurezza e sviluppo sostenibile Inalca, ha raccontato l’esperienza dal punto di vista del produttore e l’impegno messo in campo da Inalca.
«È evidente che i temi del benessere animale e dell’uso prudente degli antibiotici sono usciti dalla sfera degli addetti ai lavori e intercettano sensibilità etico sociali di particolare rilevanza per il consumatore, oggi più che mai disposto a riconoscere valore, di reputazione ed economico, oltreché di salute, in questi sforzi di miglioramento della filiera produttiva.
Gli allevamenti della filiera Inalca hanno già ridotto del 18% l’utilizzo di antibiotici negli ultimi due anni. Stimiamo un ulteriore abbassamento del 10% nell’uso di antibiotici già nel corso del prossimo anno».