Microbiota in equilibrio con la giusta alimentazione

Elemento chiave nell’allevamento dei suini, e in particolare per il loro benessere, è la dieta. Pre e probiotici sono fondamentali per mantenere in salute l’intestino

Trovare soluzioni che garantiscano le migliori condizioni di benessere è oggi obiettivo comune dei suinicoltori italiani. Benessere significa infatti più salute, migliori performance produttive e incremento del reddito per gli allevatori, ma non solo. Favorire il benessere degli animali rappresenta infatti anche una risposta alle richieste del consumatore moderno, sempre più preoccupato delle condizioni di allevamento degli animali da cui derivano i prodotti che finiscono sul mercato.
A parlare di benessere animale, e in particolare dei suini, è stato anche Andrea Bossi, responsabile del settore suinicolo di Phileo Lesaffre, in occasione di un recente workshop organizzato a Verona dalla nostra casa editrice.

Andrea Bossi (Pileo Lesaffre) e Mary Mattiaccio (Edagricole)

Le sfide del presente

«Sono molte le sfide che il settore suinicolo di oggi si trova ad affrontare – ha affermato Bossi -, in particolare, parlando dell’iperprolificità delle scrofe “moderne”, i fattori da gestire sono molteplici: la nuova genetica, il maggior numero di suinetti nati, il controllo della mortalità, il maggior peso e l’omogeneità della nidiata. Contemporaneamente i produttori lavorano intensamente anche su un altro fronte: rispondere alle esigenze del consumatore garantendo il benessere degli animali e il corretto utilizzo dell’antibiotico».
Tutto questo, ha continuato l’esperto: «ha portato a molti cambiamenti pratici e manageriali all’interno dell’azienda come i nuovi approcci alimentari che mirano a promuovere la salute del suino e l’utilizzo mirato dell’antibiotico esclusivamente come terapeutico. Il benessere animale, la salute intestinale e le performance degli animali si basano infatti anche su un’alimentazione mirata che deve tener conto della qualità delle materie prime, dei fabbisogni nutrizionali per ogni fase, della genetica d’allevamento e del bilanciamento della dieta (fabbisogno proteico, profilo amminoacidico, ecc.), con l’obiettivo finale di ottenere l’equilibrio della microflora intestinale».

Le maggiori sfide nel ciclo del suino

Più cure per l’intestino

«Supportare la salute intestinale sarà uno degli obiettivi fondamentali della medicina veterinaria e della scienza dell’alimentazione nel prossimo futuro – ha spiegato Bossi -. L’intestino è il più grande organo che supporta la funzione immunitaria, fa parte delle prime linee di difesa e deve essere considerato con la più alta priorità. Occorre pertanto proteggere la sua integrità per consentirgli di svolgere la sua funzione primaria: digestione e assorbimento dei nutrienti. Il suinetto – ha continuato -, per arrivare alla macellazione esprimendo le migliori performance produttive, deve massimizzare l’effetto dell’immunità materna, grazie anche all’integrità intestinale. Per questo motivo l’intestino deve essere ben sviluppato e totalmente funzionante».
La precocità di una buona immunità passata dalla madre al suinetto, ha sottolineato Bossi: «determina l’espressione massima delle performance produttive animali all’interno delle 40 settimane di vita».

Bilanciamento del Microbiota: maggiore variabilità
A sinistra, I batteri stanno “combattendo” fra loro; a destra I batteri stanno “collaborando” fra loro.
L’impiego del probiotico diminuisce il numero totale di intercorrelazioni negative tra le famiglie batteriche nel cieco e, di conseguenza, aumenta il numero di intercorrelazioni positive.
Fonte : T. G. Kiros –Scientific Reports- 2018 – modif.

Attenzione allo stress post-svezzamento

«Un altro importante aspetto da tenere in considerazione – ha aggiunto l’esperto di Phileo Lesaffre - è che l’intestino è il principale organo a essere interessato dallo stress dello svezzamento, pertanto è fondamentale ottimizzare la salute intestinale del suinetto durante lo svezzamento e impiegare in modo razionale gli antibiotici al fine di ottenere effetti positivi sulle performance del suinetto. Per facilitare questo impegnativo compito – ha affermato Bossi -, una valida soluzione risulta essere l’impiego di pre e probiotici. Secondo alcuni recenti lavori, la presenza di pre e probiotici all’interno della dieta ha permesso di avere alta biodiversità microbica a livello intestinale, e un’esclusione di patogeni, causa degli stati infiammatori».

Miglior equilibrio della flora microbica e performance zootecniche
Fonte : T. G. Kiros –Scientific Reports- 2018 – modif.

Un’alimentazione mirata

«Dalla letteratura arrivano parecchi lavori sperimentali relativi all’utilizzo di prebiotici e probiotici in alimentazione; l’obiettivo comune è quello di determinare il bilanciamento del microbiota e quindi il benessere animale. In un lavoro del 2018, si è voluta verificare l’evoluzione delle interazioni batteriche a livello di microflora intestinale nei primi 56 giorni di vita. Sono stati presi così 64 suinetti da 16 scrofe (4 suinetti/scrofa) divisi in due gruppi (n° = 32 suinetti/gruppo) e sono stati alimentati con due diverse diete, una di “controllo”, nella quale non veniva utilizzato alcun pre o probiotico e una denominata “probiotic”, con la quale è stato somministrato un probiotico già a partire dal primo giorno di vita del suinetto fino ad arrivare al post-svezzamento. Dai risultati – ha chiarito Bossi - emerge come l’approccio alla stabilizzazione della microflora intestinale tramite un’alimentazione mirata abbia portato a significative modifiche per quanto riguarda la costituzione del microbiota: il gruppo “controllo”, che non ha ricevuto il probiotico nei 56 giorni, presenta interazioni negative, una sorta di combattimento, tra le varie famiglie che compongono il microbiota. Gli animali trattati invece hanno mostrato un microbiota più omogeneo ed equilibrato, alti livelli di interazioni positive tra batteri (minor competitività interspecifica) e un aumento quantitativo di batteri appartenenti alle famiglie degli Actinobacteria e dei Firmicutes noti per l’attività competitiva nei confronti dei patogeni e per l’azione positiva sulla digestione di alcune frazioni della dieta (fibra)».
«L’approccio descritto – ha concluso Bossi – ha determinato significativi incrementi sulle performance zootecniche (maggiore accrescimento medio giornaliero, un indice di conversione dell’alimento e un peso finale superiore) confermando che la precoce colonizzazione dell’intestino, porta notevoli vantaggi tecnici che permettono di migliorare sia lo stato di benessere dell’animale che le performance, consentendo di lavorare nell’ottica dell’ impiego responsabile dell’antibiotico».


Microbiota e microbioma

Il termine microbiota si riferisce alla popolazione di microrganismi che colonizza un determinato luogo mentre il termine microbioma invece indica la totalità del patrimonio genetico posseduto dal microbiota, cioè i geni che quest’ultimo è in grado di esprimere.


Probiosi e prebiosi

La probiosi e la prebiosi sono due approcci che consentono di:
- ripristinare e rendere stabile il profilo microbico intestinale;
- migliorare la digeribilità ed assorbimento intestinale dei nutrienti.
Secondo la Fao il termine probiotico è riassumibile nella seguente definizione: “micro-organismo vivo che, somministrato in quantità adeguata, apporta un beneficio alla salute dell’ospite”.
Con il termine prebiotico si identificano alcune sostanze di origine alimentare non digeribili (per lo più appartenenti alla classe degli zuccheri) che, se ingerite in quantità adeguata, sono in grado di favorire selettivamente la crescita e/o l’attività di uno o più microrganismi tra quelli già presenti nella flora batterica intestinale o tra quelli contestualmente somministrati come probiotici.

Microbiota in equilibrio con la giusta alimentazione - Ultima modifica: 2020-03-24T11:34:00+01:00 da Mary Mattiaccio

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