Nel 2015, in Danimarca, è stato introdotto il programma “Pure Pork” dalla cooperativa Danish Crown, mirato all'allevamento di suini senza l’uso di antibiotici. Questo approccio si basa su pratiche di allevamento con un uso minimo di antibiotici e sul trattamento individuale degli animali, promuovendo il benessere animale. Tuttavia, una delle sfide principali emerse è stata l'aumento delle protrusioni ombelicali (Uo), una condizione che non solo compromette il benessere degli animali, ma può portare a complicazioni gravi, come torsione intestinale o rottura del sacco erniario, aumentando così i costi per gli allevatori.
Studi precedenti hanno mostrato che l’uso di antibiotici può ridurre il rischio di Uo, ma la prevalenza di questa condizione varia notevolmente tra le diverse ricerche. Ad esempio, uno studio finlandese ha riportato una prevalenza dell’1,5%, mentre in Danimarca le percentuali sono comprese tra il 5,2% e il 14%. Le differenze possono essere attribuite a vari fattori, tra cui le definizioni cliniche di Uo e le differenze genetiche tra le razze di suini. Questi dati evidenziano la necessità di sviluppare soluzioni alternative all'uso di antibiotici per affrontare questo problema.
Popolazione dello studio
Il presente studio si è proposto di valutare l’efficacia di un vaccino autogeno per le scrofe e di un trattamento con iodio applicato all’ombelico dei suinetti alla nascita, con l’obiettivo di ridurre il rischio di Uo fino a 12 settimane di vita. La ricerca è stata condotta in due allevamenti danesi di Pure Pork dal settembre 2019 al maggio 2020, in cui nessun suinetto ha ricevuto antibiotici alla nascita. Sono stati inclusi un totale di 5.852 suinetti, con un attento monitoraggio della loro salute e delle necroscopie sui soggetti deceduti. Alla settimana 12, la prevalenza di Uo è risultata essere del 9,5%.
Tabella 1 - Numero di suini e frequenze alla nascita, settimana 5, settimana 12 e suini morti per allevamento A,B e totale | |||
Allevamento | Allevamento A | Allevamento B | Totale |
Animali inclusi | 159 (n) | 163 (n) | 312 (n) |
Suini inclusi alla nascita | 3.044 (100%) |
2.808 (100%) |
5.852 (100%) |
Suini vivi alla settimana 5 | 2.628 (86,3%) |
2.263 (80,5%) |
4.891 (83,6%) |
Suini vivi alla settimana 12 | 2.503 (82,0%) |
2.088 (74,4%) |
45.91 (78,5%) |
Suini morti settimana 0-5 | 365 (12,0%) |
470 (16,8%) |
835 (14,3%) |
Suini morti settimana 5-12 | 95 (3,2%) |
93 (3,1%) |
188 (3,1%) |
Suini mancanti alla settimana 12 | 81 (2,8%) |
157 (5,6%) |
238 (4,1%) |
Nello studio, i suinetti sono stati trattati con uno spray di iodio al 7% sull’ombelico e le scrofe sono state vaccinate con un vaccino autogeno specifico. I risultati hanno rivelato che né il vaccino né il trattamento con iodio hanno avuto effetti statisticamente significativi sull'incidenza delle Uo. Tuttavia, è emersa una tendenza verso una diminuzione della prevalenza delle Uo nei suinetti trattati con iodio in uno degli allevamenti.
Incidenza delle Uo e risultati dello studio
L’analisi ha evidenziato che la presenza delle Uo è influenzata da vari fattori, come la gestione dell'allevamento, l'igiene e la genetica, e che le Uo possono variare nel tempo. È stato osservato che i suinetti nati da scrofe più anziane e secondipare presentavano un rischio maggiore di sviluppare Uo rispetto a quelli nati da scrofe primipare. Inoltre, il sesso dei suinetti ha avuto un impatto sul rischio, con i maschi che tendevano a presentare un rischio inferiore rispetto alle femmine.
La variazione temporale nella presenza di Uo è stata un altro aspetto significativo, con 136 suinetti che presentavano Uo alla settimana 5 ma non alla settimana 12, e 179 suinetti che non avevano Uo alla settimana 5 ma le presentavano alla settimana 12. Solo 115 suinetti avevano Uo in entrambe le valutazioni, evidenziando la natura dinamica di questa condizione.
In sintesi, lo studio ha dimostrato che né la vaccinazione autogena né l'applicazione di iodio hanno avuto effetti significativi sull’incidenza delle protrusioni ombelicali nei suinetti. Tuttavia, i risultati indicano una necessità di ulteriori ricerche per esplorare altre strategie di prevenzione, considerando la complessità dell'eziologia delle Uo e l’importanza di un monitoraggio costante per comprendere meglio questa problematica negli allevamenti di suini.
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sulla Rivista di Suinicoltura n. 10/2024
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