Suinetti numerosi e leggeri: come possiamo intervenire?

Scrofe iperprolifiche con nidiate sempre più numerose e suinetti più leggeri. Antinfiammatori alla scrofa, colostratura alternata e supporti alimentari, queste sono alcune delle strategie possibili per implementare l’assistenza del suinetto

Lo svezzamento è un momento di transizione estremamente critico nella vita del suino, che deve affrontare dei drastici cambiamenti su diversi fronti:

  • l’alimentazione,
  • l’ambiente,
  • la socialità
  • e il management.

I suinetti, sperati dalla madre, vengono mischiati fra diverse nidiate, con il risultato, spesso, di lotte per l’imposizione gerarchica. I maiali, inoltre, trovandosi in un nuovo ambiente, si trovano a contatto con nuovi microrganismi rispetto a quelli della scrofaia, che possono impattare dal punto di vista sanitario.

Anche l’alimentazione cambia, mentre sottoscrofa un suinetto normalmente consuma circa 20 piccoli pasti al giorno a base di latte, in alto contenuto di lattosio e grasso, in svezzamento la dieta è sostituita da pasti più abbondanti con mangime solido, meno digeribile e di origine vegetale.

Tutti questi cambiamenti che avvengono al momento dello svezzamento comportano stress nel suinetto, documentato dalla rilevazione di alti livelli di cortisolo nel sangue (l’ormone dello stress) proprio al momento dello svezzamento. In conseguenza allo stress si osserva una riduzione dell’ingestione alimentare, della crescita e una disbiosi intestinale, la cui durata dipende dalla capacità adattativa del suinetto ai vari cambiamenti. La disbiosi intestinale consiste in una condizione di squilibrio della flora batterica intestinale ed è la principale causa della diarrea post-svezzamento (Dps).

Iperprolificità della scrofa e produzione di colostro

Nell’ultimo decennio, la selezione genetica ha spinto verso scrofe iperprolifiche che generano un numero di suinetti per parto maggiore rispetto al numero di capezzoli disponibili. L’incremento del numero di suinetti per nidiata è andato di pari passo con una maggiore eterogeneità del peso alla nascita e con suinetti in media più leggeri.

La produzione di colostro però non è andata di pari passo all’iperprolificità della scrofa, senza la possibilità di garantire una sufficiente quantità di colostro e latte per tutta la prole. Pertanto, la quantità media di colostro e latte prodotti dalla scrofa disponibile per ciascun suinetto diminuisce al crescere del numero di suinetti per figliata. Ma questo è un aspetto cruciale, perché ogni suinetto dovrebbe ricevere almeno 200 g di colostro nell’arco delle 24 h dopo la nascita per sopravvivere, e il consumo di latte sottoscrofa è direttamente correlato alla crescita del suinetto fino allo svezzamento. Il raggiungimento di un buon peso allo svezzamento è la chiave per evitare lo scarso accrescimento non solo nell’immediato post-svezzamento, ma anche lungo tutta la carriera produttiva del maiale.

Molte strategie possono essere adottate in allevamento per migliorare il peso dello svezzata, in questo articolo ci focalizzeremo su alcune di queste. Una corretta adozione di queste strategie non aiuta solamente ad incrementare il peso post-svezzamento e a ridurre la mortalità, ma anche a massimizzare la crescita del maiale lungo tutta la sua vita produttiva.

Il colostro: una fonte di vita

Il colostro è ricco di immunoglobuline G, essenziali per il trasferimento dell’immunità passiva dalla scrofa al suinetto, e di energia sotto forma di glucosio, strettamente necessaria per la sopravvivenza del suinetto appena nato data la carenza di riserve energetiche. La qualità del colostro cala nell’arco di 24 ore, ecco perché è tassativa l’assunzione da parte di tutti i suinetti della nidiata il prima possibile. Ciascuno suinetto dovrebbe assumere almeno 200 g, sebbene la quantità ottimale sia di 250 g. Perciò, se facciamo i conti, considerando una scrofa con 15 suinetti che devono assumere almeno 250 g di colostro ciascuno, la scrofa deve produrre almeno 3,75 Kg di colostro nel primo giorno post-partum. Tuttavia, è stato dimostrato in diversi studi che il 35% delle scrofe non arriva a produrre nemmeno 3,25 Kg di colostro nel primo giorno post-partum, quantità sufficiente per soli 13 suinetti. È quindi evidente come sia necessario implementare delle strategie in allevamento per assicurare l’assunzione di colostro di ogni singolo soggetto della nidiata nelle prime 24 ore dalla nascita.

Il dolore post-partum della scrofa

Il parto è un evento doloroso e stressante per la scrofa, e proprio il dolore infiammatorio post-partum può compromettere la capacità della scrofa di allattare i suinetti, che già pochi minuti dopo la nascita cercano la mammella per assumere il colostro. Il dolore infiammatorio post-partum può prolungarsi fino ad una settimana dopo il parto e la sua entità dipende strettamente da eventuali complicanze insorte al momento del parto, per esempio un’eccessiva durata o difficoltà durante il parto.

Perciò, possiamo intervenire per alleviare il dolore post-partum tramite la somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans), quali meloxicam, acido tolfenamico o sodium salicil, che hanno un beneficio diretto per la scrofa ed indiretto per i suinetti.

La scrofa per allattare deve trovarsi il più possibile a suo agio così da essere propensa ad allattare i suinetti immediatamente dopo il parto. Inoltre, da diversi studi sono emersi dei benefici indiretti per i suinetti, ovvero

  • un aumento del peso del suinetto allo svezzamento,
  • una riduzione della mortalità e
  • un miglioramento della trasmissione dell’immunità passiva al suinetto, fattore che aiuta nella riduzione dell’uso dell’antibiotico fino allo svezzamento.

La somministrazione di Fans alla scrofa dovrebbe avvenire entro le 2 ore prima del parto se si opta per la via intramuscolare, altrimenti all’inizio del parto se per via orale.

La colostratura alternata

Un’altra strategia per assicurarsi che tutti i suinetti di una nidiata numerosa assumano il colostro nelle prime ore di vita è la colostratura alternata, che consiste nell’allontanamento di una parte della nidiata dalla scrofa per un intervallo di tempo ben preciso per consentire alla prole rimanente con la scrofa di assumere il colostro senza dover competere con fratelli e sorelle.

Questa tecnica è particolarmente utile quando il numero di suinetti della nidiata è in eccesso rispetto al numero di capezzoli della scrofa e quando le possibilità di baliaggio sono limitate, nonostante sembri che solamente le cellule materne possano attraversare la barriera intestinale, e quindi le cellule colostrali di una balia non siano in grado di attraversare la barriera intestinale di un suinetto baliato.

La colostratura alternata garantisce che ogni suinetto assuma sufficiente colostro dalla propria madre, e di conseguenza acquisisca una buona immunità passiva e sufficiente energia subito dopo la nascita. Oggigiorno non c’è ancora una regola univoca su come mettere in atto questa strategia, ci sono diverse possibilità:

  • alcuni allontanano solamente i suinetti più pesanti così da lasciare tempo e spazio ai più leggeri per assumere il colostro,
  • altri prendono in considerazione l’ordine di nascita, allontanando i primi nati lasciando sottoscrofa gli ultimi nati,
  • altri ancora rimuovono i suinetti con la pancia piena.

Si raccomanda di lasciare il gruppo almeno un’ora sottoscrofa prima di reinserire il gruppo allontanato.

C’è anche grande discussione sul momento corretto per eseguire la colostratura alternata:

  • c’è chi suggerisce il primo giorno di nascita dato che il colostro è ottimo in qualità e quantità,
  • c’è chi invece la esegue 3 giorni dopo la nascita, dato che il picco di mortalità si ha proprio nei primi tre giorni.

Sembra però da alcuni studi che la soluzione migliore sia quelli di allontanare i suinetti dalla mamma solamente una volta per un massimo di 2 ore nelle prime 24 ore post-partum.

Giocare sull’alimentazione per migliorare il peso e la maturità intestinale

Incrementare il peso del suinetto allo svezzamento e assicurare una buona salute intestinale sono la chiave per aiutare i suinetti ad attraversare nel modo più liscio possibile lo stress associato allo svezzamento.

1) Il creep feed

La somministrazione di creep feed solido sottoscrofa è una pratica comune e serve a sopperire in parte alla scarsa produzione di latte verso metà della lattazione, e in parte per cominciare ad abituare i suinetti al cibo solido, così da massimizzare l’ingestione alimentare e la crescita. Il principale benefico dell’assunzione di creep feed è lo sviluppo intestinale cosicché il suino possa fronteggiare meglio la dieta solida del post-svezzamento, inoltre può anche stimolare in modo precoce l’attività degli enzimi secretori digestivi intestinali. Da diversi studi emerge che il miglior modo per somministrare il creep feed sottoscrofa è di proporlo in piccole quantità, così da evitare lo spreco e mantenerlo fresco, verso il 7°-10° giorno dopo la nascita, e per massimizzare l’ingestione è anche possibile fornirlo in forma liquida.

2) Il latte supplementare

La somministrazione di una dieta liquida pre-svezzamento potrebbe essere un’ottima strategia per incrementare l’ingestione del creep feed e ridurre la neofobia verso i mangimi vissuta dai suinetti verso il cibo solido.

La comunità scientifica non è concorde sulle modalità e le tempistiche di somministrazione del latte supplementare; può essere fornito per tutta la lattazione a partire dalle 24 ore dopo il parto, oppure per un periodo più breve a cominciare da 5-10 giorni prima dello svezzamento fino allo svezzamento. Il latte può essere fornito ad libitum oppure l’accesso può essere limitato ad un determinato intervallo di tempo per ciascun giorno.

Il latte può essere preparato manualmente o attraverso un sistema di distribuzione automatico, abbastanza comune in Europa. Il sistema distribuisce il latte in tazzine apposite situate in ciascuna gabbia parto, che funzionano o tramite un levetta che deve essere azionata dal suinetto per rilasciare il latte, cosicché il latte sia disponibile su richiesta, oppure sono dotate di sensori in grado di rilevare il livello di latte nella tazzina.

Un aspetto a cui bisogna porre estrema attenzione è l’igiene del sistema di distribuzione, onde evitare la formazione di biofilm, ottimo pabulum per la proliferazione di batteri. Nel caso in cui non si avesse a disposizione un sistema di distribuzione, è anche possibile prepararlo manualmente e fornirlo ai suinetti più leggeri.

Diversi studi dimostrano che l’ingestione di latte supplementare nei suinetti sottoscrofa

  • migliora l’incremento medio giornaliero,
  • il peso allo svezzamento,
  • riduce la mortalità sottoscrofa
  • e, inoltre, sembra stimolare lo sviluppo del tratto intestinale, in modo che sia pronto per lo svezzamento.

3) Il mangime sottoscrofa liquido supplementare pre-svezzamento

Nonostante i suoi benefici, con il latte supplementare il suinetto non conosce gli ingredienti vegetali che saranno alla base dei mangimi in svezzamento. Una soluzione è quella di somministrare un mangime liquido sottoscrofa, per esempio un mangime solido sottoforma di pappina o un latte supplementare arricchito con composti di origine vegetale. Alcuni studi hanno dimostrato dei vantaggi della somministrazione di mangime liquido rispetto a secco riguardo l’ingestione media giornaliera, inoltre è in grado di implementare la maturazione degli enzimi digestivi, preparando meglio l’intestino allo svezzamento; ciononostante non ci sono evidenze sul miglioramento del peso pre e post svezzamento.

Gli enzimi digestivi, come stimolarne la produzione precoce

Gli enzimi sono proteine che agiscono come catalizzatori delle reazioni biochimiche che avvengono negli organismi viventi, e quelli digestivi, in particolare, hanno la funzione di favorire la scomposizione, l’assorbimento e l’assimilazione dei principi naturali e dei cofattori essenziali, quali vitamine, minerali e oligoelementi, che si trovano negli alimenti.

È stata messa in evidenza una correlazione positiva fra la secrezione di enzimi digestivi e la crescita dei suinetti in lattazione.

  • In lattazione, l’intestino e gli enzimi digestivi sono ben pronti alla digestione del latte materno;
  • allo svezzamento, il passaggio dal latte materno al mangime solido porta ad un rimodellamento del tratto gastroenterico.

Questo include anche un cambiamento nella produzione di enzimi: da enzimi in grado di digerire il latte, come il lattosio, ad enzimi deputati alla digestione di carboidrati, per esempio saccarasi e maltasi. Il rimodellamento del tratto intestinale può essere accelerato dalla somministrazione di enzimi esogeni al suinetto che aiutano la maturazione precoce dell’intestino; questa supplementazione è in grado di favorire la crescita del maiale lungo tutta la sua vita produttiva.

In aggiunta, è stato visto che la somministrazione di enzimi digestivi sembra ridurre l’escrezione di azoto/Kg di peso corporeo, riducendo così l’impatto ambientale della produzione suina.

Per stimolare lo sviluppo del tratto intestinale è possibile utilizzare dei composti additivi, per esempio la glutammina o il glutammato, che hanno benefici in termini di efficienza alimentare, funzione e struttura intestinale e una riduzione dell’incidenza di diarrea. Bisogna però fare estrema attenzione alla dose somministrata perché, se eccesiva può generare ammoniaca, che viene escreta dai rene con difficoltà e perciò provocare diversi danni all’organismo. Da alcuni studi emerge anche che la glutammina potrebbe avere anche una funzione endotossica, ovvero contro le tossine prodotte da microrganismi; quindi, potrebbe avere ruolo nella protezione contro le infezione da alcuni batteri come Escherichia coli, una delle principali cause di Dps.

C’è anche un crescente interesse verso l’uso della glutammina in suinetti sottopeso per migliorare lo sviluppo intestinale. I suinetti sottopeso hanno un tasso di mortalità maggiore ed una morfologia e funzionalità intestinale deteriorata rispetto a suinetti normopeso. La glutammina ha un ruolo importante nello sviluppo muscolo-scheletrico dell’organismo, migliorando quindi la crescita, che può essere stentata proprio nei suinetti sottopeso. La somministrazione di glutammina alla dose di 1 g/Kg di peso corporeo per via orale a suinetti per 7-10 giorni prima dello svezzamento può portare benefici all’immunità intestinale e alla crescita.

Conclusioni

La necessità oggigiorno è quella di ingegnarsi di fronte ai suinetti leggeri generati da scrofe iperprolifiche risultato dalla selezione genetica intensa. In allevamento possiamo adottare numerose strategie per migliorare la gestione dei suinetti più leggeri alla nascita: alcune delle strategie proposte in questo articolo possono essere facilmente adottate in azienda, come la somministrazione di analgesia alle scrofe nel post partum o di creep feed solido ai suinetti. Tuttavia, c’è ancora molto da scoprire e da studiare per definire il beneficio di alcune strategie, come la supplementazione di enzimi digestivi, sulla crescita del suinetto pre e post svezzamento. Possiamo dire però, in conclusione, che non esiste una strategia univoca adatta a tutte le realtà produttive, ma la strategie per migliorare il peso post-svezzamento e lo stato sanitario devono essere attentamente studiate caso per caso e specifiche per ciascun sistema produttivo.


L’articolo è pubblicato sulla Rivista di Suinicoltura 7/2023

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Suinetti numerosi e leggeri: come possiamo intervenire? - Ultima modifica: 2023-07-24T08:24:07+02:00 da Annalisa Scollo

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