Psa, oltre i confini di Roma

Cresce la preoccupazione per i sempre più numerosi casi di positività alla Peste suina africana: coinvolta anche la provincia di Rieti e un allevamento di suini domestici situato all’interno della zona perimetrata laziale

La notizia è resa nota dal sito dell’Izs Lazio e Toscana: il 4 maggio, a nord di Roma è stata ritrovata la carcassa di un cinghiale risultato positivo al virus della Peste suina africana in seguito agli accertamenti di laboratorio dell’Izslt, poi confermati dal Cerep. Tempo 48 ore e, con ordinanza del Presidente della Regione Lazio, si prevedono le prime misure di regolamentazione per il contenimento della Psa sul territorio laziale e viene istituita la “zona infetta provvisoria”. Con la stessa ordinanza, fuori dalla zona infetta provvisoria viene identificata una cosiddetta “zona di attenzione”, nella quale sono adottate disposizioni atte al contenimento del rischio (figura 1 e 2).

Fig. 1 - La zona infetta dei municipi di Roma, istituita dopo il ritrovamento del 4 maggio di una carcassa di un cinghiale risultato positivo per l’infezione di Peste suina africana a nord di Roma. Documento allegato all’ordinanza del Presidente della Regione Lazio del 6 maggio
Fig. 2 - La zona di attenzione a ovest del fiume Tevere, istituita dopo il ritrovamento del 4 maggio

Oltre i confini del comune di Roma

Purtroppo però, i ritrovamenti laziali non si fermano, ed in data 26 maggio 2022 è stata confermata la positività per Psa di una carcassa di cinghiale rinvenuta in prossimità del comune di Borgo Velino, in provincia di Rieti. Di conseguenza, una ulteriore zona infetta nelle Regioni Lazio e Abruzzo è stata istituita a firma del commissario Straordinario alla Peste suina africana Angelo Ferrari e del Direttore generale della direzione della sanità animale e dei farmaci veterinari Pierdavide Lecchini. I territori coinvolti si estendono inesorabilmente in provincia di Rieti. In provincia dell’Aquila è invece coinvolto solo il comune di Cagnano Amiterno (figura 3). A rincarare le pessime notizie arrivate alla spicciolata, arriva anche quella più temuta: 2 casi di Peste suina individuati in un piccolo allevamento della zona romana perimetrata “rossa”.

Fig. 3 - La zona infetta delle province di Rieti e l’Aquila, istituita dopo il ritrovamento del 26 maggio a Borgo Velino di una carcassa di cinghiale risultato positivo alla Psa. Documento allegato alla disposizione del Ministero della Salute del 1 giugno 2022

Coldiretti, 50 mila maiali a rischio nel Lazio

Sono quasi cinquantamila i maiali allevati nel Lazio a rischio per la Psa, che è spesso letale per suini selvatici e domestici ma non è invece trasmissibile agli esseri umani e non causa nessuna alterazione della carne. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti dopo i 2 casi di Peste suina individuati in un piccolo allevamento della zona perimetrata “rossa”. «È necessaria – sottolinea la Coldiretti – l’introduzione di misure di sostegno per il settore suinicolo al fine di tutelare il reddito degli allevatori, ma anche intervenire per un deciso contenimento della popolazione dei cinghiali, che rappresentano il vettore di trasmissione della malattia. Per questo – continua la Coldiretti – è necessario intervenire con la modifica immediata dell’art. 19 della legge 157/1992, semplificando le procedure per l’adozione dei piani di abbattimento approvati dalle regioni e il rafforzamento delle competenze dell’ufficio commissariale previsto dal Decreto Legge 17 febbraio 2022, n. 9. Il rischio – conclude Coldiretti – è che l’emergenza si allarghi e che siano dichiarate infette le aree ad elevata vocazione produttiva, con il conseguente pregiudizio economico che potrebbe discendere per la filiera agroalimentare e l’occupazione in un settore strategico del made in ltaly».

Nel frattempo, in Piemonte

Salgono a 145 le positività accertate in Piemonte e Liguria: 91 in Piemonte, 54 in Liguria (figura 4). Se ne parla con preoccupazione al vertice tenutosi in provincia di Piacenza presso l’amministrazione provinciale. All’appuntamento, convocato dal consigliere provinciale delegato all’agricoltura Giampaolo Maloberti, era presente anche Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza.

Fig. 4 - Aggiornamento al 12 giugno sulle positività nel focolaio di Psa di Piemonte e Liguria - Fonte: IzsplvCon comunicato del giorno seguente, Confagricoltura Piacenza fa sapere che è stato sottoscritto dai sindaci un documento in cui si chiede al commissario Straordinario per la Psa un piano di eradicazione dei cinghiali. «Riceviamo segnalazioni di una situazione fuori controllo. Sono pericolosi per la sicurezza e anche per gli stessi animali che si ammalano e si contaminano». Così la presidente dell’Amministrazione Provinciale, Patrizia Barbieri, introducendo l’incontro a cui hanno partecipato anche numerosi sindaci. Luigino Mondani, presidente dell’Atc 10 che copre le zone di Zerba e Ottone, ha evidenziato: «A Zerba e Ottone la caccia è vietata, mentre è ammessa la selezione. Con la caccia, mediamente in un anno vengono abbattuti 400 cinghiali, se stiamo fermi un anno si moltiplicheranno ancora e verrà rasa al suolo anche la poca agricoltura che c’è».

Diversi gli interventi che hanno ribadito come il piano di contenimento del cinghiale, varato con la delibera regionale n.1973 del 21/11/2021, di fatto limiti notevolmente la caccia e le modalità di abbattimento, ottenendo l’effetto contrario alle sue finalità.

Unanime il proposito di istituire un tavolo tecnico per redigere proposte concrete di attuazione immediata.

«Nell’immaginario della gente – ha detto Gasparini – c’è l’idea che la fauna selvatica vada protetta perché è a rischio di estinzione, invece i cinghiali sono talmente numerosi che diventano loro stessi un pericolo per la sanità della specie».

Psa, oltre i confini di Roma - Ultima modifica: 2022-06-16T09:35:35+02:00 da K4

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