«La decisione delle autorità di Taiwan ha tutta l’aria di essere un’inaccettabile ritorsione commerciale contro un provvedimento di emergenza sanitaria finalizzato a ridurre il contagio del coronavirus». Questo il commento del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti alla decisione della nazione insulare di bloccare le importazioni di carni suine e salumeria dall’Italia, dal momento che il nostro Paese ha bloccato i voli verso la Cina.
La versione ufficiale stride con la realtà
Ufficialmente il provvedimento di Taipei è una misura precauzionale per evitare il rischio veterinario di introduzione della Peste suina africana (Psa) sull’isola a causa di un peggioramento delle condizioni veterinarie della Sardegna. «In realtà – osserva Giansanti - la situazione della Psa nella nostra isola è sotto controllo e le autorità veterinarie, con i produttori, stanno facendo un ottimo lavoro per la sua totale eradicazione; cosa di cui la stessa Tapei è ben consapevole».
È nostra intenzione evidenziare al più presto ai ministri degli Affari Esteri e delle Politiche agricole, Di Maio e Bellanova, la situazione che si è creata e le preoccupazioni che lo stop si possa allargare a tutta la Cina – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. Servirà un attento lavoro diplomatico perché non si metta a rischio un accordo commerciale faticosamente raggiunto dal nostro Paese due anni fa, fornendo tutte le rassicurazioni richieste da Pechino sulla salubrità e sulla qualità delle carni suine e dei salumi italiani».